Scoperti 6 pianeti che danzano intorno alla loro stella nella Chioma di Berenice

Scienze

Descritti sulla rivista Nature, sono a 100 anni luce dalla Terra e il loro astro, HD 110067, è la più brillante finora nota ad avere un sistema di oltre 4 esopianeti. La scoperta è una miniera di dati sulla formazione dei sistemi planetari

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Un sistema composto da sei pianeti, caratterizzato da orbite così regolari e armoniche da evocare l'immagine di una danza simile a un valzer, è stato scoperto grazie a un insieme di tantissimi telescopi, sia spaziali come Tess della Nasa sia basati a Terra. I pianeti sono situati a 100 anni luce, nella costellazione della Chioma di Berenice. La loro stella, denominata HD 110067, è la più luminosa tra quelle finora conosciute ad ospitare un sistema di oltre quattro esopianeti. Il lavoro che ha portato alla scoperta è stato descritto sulla rivista Nature. Il coordinatore dello studio, Rafael Luque dell'Università di Chicago, ha dichiarato questo nuovo rilevamento sarà un ricca fonte di dati per comprendere la formazione dei sistemi planetari. All'indagine ha partecipato anche l'Italia, attraverso l'Inaf.

L'astronomo Roberto Ragazzoni: "Fondamentale Cheops, piccolo telescopio europeo"

"Un ruolo chiave lo ha avuto Cheops, il piccolo telescopio spaziale europeo la cui ottica è stata progettata e costruita in Italia", ha detto commentando la scoperta l'astronomo Roberto Ragazzoni, dell'Università di Padova, direttore dell'osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. "Si tratta di un telescopio molto piccolo e preciso, estremamente stabile nel tempo. Di conseguenza - ha proseguito l'astronomo - misura anche piccoli pianeti che transitano davanti a stelle relativamente deboli". Il transito dei pianeti davanti al disco della loro stella è la tecnica ha permesso di scoprire il nuovo sistema planetario. "A seconda della percentuale di luce che il transito del pianeta erode alla stella, si può misura il diametro in modo molto preciso", osserva Ragazzoni. I sei pianeti della stella HD 110067, poco più grandi della Terra, "sono fra loro in risonanza, cioè hanno orbite con rapporti semplici fra loro" e questo "fa sì che il sistema sia molto stabile. Quando si era formato era già così come lo abbiamo visto adesso", ha detto ancora l'astronomo. Questa grande stabilità significa che "si avrebbero a disposizione tutti climi possibili e le possibili gradazioni di possibilità di avere la vita su alcuni di essi. Se si andasse a cercare la vita in un altro sistema planetario, si andrebbe lì".

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