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Esa, rinviato il lancio della sonda Juice verso le lune di Giove per problemi meteo

Scienze
©Getty

La partenza era prevista per le 14:15 (ora italiana) dalla base di Korou, nella Guyana francese. Il viaggio durerà 8 anni e ha l'obiettivo di capire se gli enormi oceani nascosti sotto la superficie ghiacciata delle lune di Giove - Ganimede, Callisto ed Europa - sono in grado di ospitare forme di vita

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È stato rinviato il lancio di Juice, la sonda europea che alle 14.15 (ora italiana), dalla base di Korou, nella Guyana francese, sarebbe dovuta partire verso le tre lune di Giove - Ganimede, Callisto ed Europa – che sotto i loro ghiacci nascondono un oceano. A causare il rinvio, secondo quanto comunicato da ESA su Twitter, sono state le avverse condizioni meteo e in particolare il rischio di fulmini. Un nuovo tentativo verrà fatto domani. L’obiettivo della missione è capire se gli enormi oceani nascosti sotto la superficie ghiacciata dei corpi celesti da esaminare sono in grado di ospitare forme di vita.

Juice verso Giove: un viaggio di otto anni

Juice, acronimo di ‘Jupiter Icy Moons Explorerer’, è dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Il suo non sarà un viaggio breve: dopo il lancio, impiegherà otto anni per raggiungere Giove. Eseguirà 35 sorvoli delle sue lune, che studierà grazie a una suite di dieci strumenti scientifici. La missione si concluderà con uno studio esteso di Ganimede, nel 2034, che porterà Juice a diventare primo veicolo spaziale a orbitare intorno a una luna diversa da quella terrestre.

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Gli strumenti italiani a bordo di Juice

A bordo di Juice ci sono diversi strumenti italiani, o comunque finanziati e sviluppati sotto la guida dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). Si tratta del radar Rime (Università di Trento), la camera Janus ('Università Parthenope di Napoli) e lo strumento 3Gm (Sapienza Università di Roma), mentre lo spettrometro Majis è il frutto di un accordo fra Asi e agenzia spaziale francese (Cnes). Costruiti nello stabilimento di Leonardo a Nerviano (Milano) sono invece i pannelli solari da record della sonda: con una superficie di 85 metri quadrati, sono i più grandi mai realizzati per un volo interplanetario.

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