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Lo storico scatto è stato possibile grazie alla collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht) e con il contributo italiano di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Università Federico II di Napoli e di Cagliari. Per ottenere l'immagine sono stati impegnati 300 ricercatori di 80 istituti in tutto il mondo
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Il gigantesco buco nero che vive al centro della nostra galassia, la Via Lattea, è stato fotografato per la prima volta in assoluto. Quasi mezzo secolo fa non era che un'ipotesi e da 20 anni era un sogno, ora è una realtà: la prova definitiva, "schiacciante", come l'hanno definita i ricercatori, della sua esistenza
La prima foto del buco nero della Via Lattea
Conosciuto come Sagittarius A*, ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole
Il suono di un buco nero registrato dalla Nasa
Il buco nero non è visibile direttamente perché non emette luce: si vede uno spesso anello di gas brillante, delle dimensioni che avrebbe se fosse intorno alla Luna, che circonda una regione centrale scura chiamata 'ombra', dove risiede. Nell'infografica, il viaggio verso Sagittarius A*: dal gas che popola le regioni centrali della Via Lattea, osservato in banda radio, alle stelle che orbitano attorno al centro galattico, fino alla prima immagine scattata
Scoperto il primo buco nero errante della Via Lattea
L'anello di luce ha all'incirca le dimensioni dell'orbita che fa di Mercurio attorno al Sole
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Sono circa 60 milioni di km di diametro
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Fortunatamente, questo "mostro" è molto lontano dalla Terra, è distante circa 27.000 anni luce, in direzione della costellazione del Sagittario
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Infografica riassuntiva delle osservazioni astronomiche che hanno portato alla realizzazione della prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea ottenuta dall'Event Horizon Telescope
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La fotografia del buco nero è stata possibile grazie alla collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht) e con il contributo italiano di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Università Federico II di Napoli e di Cagliari. Lo scatto storico è frutto del lavoro di più di 300 ricercatori di 80 istituti in tutto il mondo
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Mosaico delle simulazioni di buchi neri realizzate dalla Collaborazione EHT per confrontare diversi modelli teorici con le osservazioni
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La nuova immagine conferma definitivamente la sua eesistenza, "una prova schiacciante", come l'hanno definita i ricercatori impegnati nell'impresa
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La foto è stata ottenuta grazie a una rete globale di otto radiotelescopi, compreso il più potente del mondo: Alma (Atacama Large illimeter/submillimeter Array), al quale l'Italia partecipa attraverso lo European Southern Observatory (Eso) e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma presso la sede dell'Inaf di Bologna
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europeo Alma presso la sede dell'Inaf di Bologna. I radiotelescopi funzionano all'unisono, come fossero un uno strumento grande quanto la Terra e insieme sono stati puntati verso il cuore della galassia per diverse notti nell'aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si fa una lunga esposizione con una macchina fotografica
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Per ottenere l'immagine finale è stato necessario fare una media delle numerose foto ottenute nella campagna di ricerca
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Ora si guarda al futuro e si affinano gli strumenti per andare a caccia di nuove osservazioni, tanto che dal marzo scorso la collaborazione Eht ha arruolato tre nuovi radiotelescopi
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Un particolare della Via Lattea