Si tratta di un ciottolo, una pietra arrotondata che sarebbe servita per raschiare le superfici e forse per lavorare le pelli degli animali. Lo ha individuato un team dell'Istituto di Archeologia Zinman dell'Università di Haifa
Gli archeologi ritengono di aver trovato il più antico strumento conosciuto e utilizzato dall’uomo, e risalirebbe circa 350 mila anni fa. A rivelarlo è uno studio, pubblicato sul Journal of Human Evolution, condotto dagli esperti dell'Istituto di Archeologia Zinman dell'Università di Haifa, che hanno analizzato i ritrovamenti della grotta di Tabun nel nord di Israele, in particolare un ciottolo, una pietra arrotondata che sarebbe antecedente all'avvento dell'Homo sapiens di almeno 50 mila anni. "Si pensava che gli strumenti fossero stati introdotti molto più tardi - afferma Ron Shimelmitz dell'Università di Haifa – circa 200 mila anni fa, ma questo dispositivo, utilizzato per una delicata abrasione, sarebbe molto precedente".
Lo strumento
La grotta di Tabun, situata sul Monte Carmelo vicino a Haifa, fu esplorata per la prima volta negli anni Venti e si ritiene che sia sede di uno dei periodi più lunghi di occupazione umana nel Levante. Stando alle rilevazioni del team, l'attività degli ominidi risalirebbe ad almeno 500mila anni fa. "I frammenti di selce scoperti nella grotta hanno fornito i segni più antichi della capacità degli esseri umani di controllare il fuoco – conferma infatti l'esperto - realizzato con il minerale dolomite, lo strumento oggetto del nostro studio è stato scoperto per la prima volta negli anni Sessanta, ma il suo aspetto semplicistico ha fatto sì che venisse ignorato per decenni". Il team ha successivamente stabilito che veniva utilizzato per raschiare le superfici.
Nuovi interrogativi
"Si tratta di una scoperta rivoluzionaria – commenta ancora lo scienziato - sappiamo che l'impegno in questa tecnologia è avvenuto più avanti nel corso dell'evoluzione, circa 200 mila anni fa”. “I nostri risultati – prosegue riguardo la scoperta dell’oggetto più antico mai utilizzato dall’uomo - rappresentano la prova che in una fase così precoce gli ominidi erano in grado di maneggiare strumenti con un'abilità
precedentemente sconosciuta". "Anche se si tratta di un oggetto apparentemente semplice - conclude - il suo aspetto e il fatto che non abbiamo prove di strumenti simili lo rendono di importanza mondiale". I ricercatori ipotizzano che venisse
utilizzato per lavorare le pelli degli animali, anche se permangono diversi interrogativi a riguardo.