Il suo insolito colore è legato al leucismo, una rara condizione genetica che determina la perdita parziale della pigmentazione. A differenza dell’albinismo, non si estende agli occhi, che restano del loro colore naturale
La natura non smette mai di sorprendere. Sul monte Palon, in Val di Susa, è stato avvistato uno stambecco adulto con il mantello bianco come la neve e privo di corna a 3.000 metri di altitudine. Nonostante il colore insolito, che lo rende una preda più facile rispetto ai suoi simili, l’animale non solo non è stato allontanato dal suo branco (come accade di solito), ma ne è persino diventato il leader. Questa particolare situazione è stata appurata il 18 novembre dagli agenti faunistico-ambientali della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana di Torino, accompagnati dal professor Luca Rossi della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino. In tale occasione, gli esperti sono riusciti a trovare l’esemplare e ad avvicinarsi abbastanza a lui da studiarne le caratteristiche.
Le caratteristiche dell’esemplare
Le osservazioni del professor Rossi hanno permesso di confermare che l’animale ha la stessa struttura corporea di uno stambecco. Il suo insolito colore è legato al leucismo, una rara condizione genetica che determina la perdita parziale della pigmentazione. A differenza dell’albinismo, non si estende agli occhi, che restano del loro colore naturale. Gli esperti di fauna selvatica sono rimasti stupiti dal fatto che un animale con delle caratteristiche simili sia riuscito a passare inosservato per diversi anni. Per stabilire se l’esemplare sia uno stambecco o un ibrido sarà necessario condurre un’analisi dei suoi escrementi. L’ipotesi di Beppe Meneguz, docente del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Torino, è che possa trattarsi di un incrocio tra uno stambecco e una capra domestica (possibilità ben documentata nel corso degli anni).
L’invito di Barbara Azzarà
Barbara Azzarà, la Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora, invita gli eventuali escursionisti che si recheranno sul monte Palon (quando il Piemonte non sarà più nella zona rossa) a utilizzare tutte le tecniche conosciute per non arrecare disturbo, non solo agli stambecchi, ma a tutta la fauna e la flora di alta quota.