La decisione sul nuovo target al 2030 è rimessa ai leader Ue. La proposta della Commissione europea è di riuscire a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro quella data
È stato raggiunto un accordo parziale sulla legge per il clima europea. La proposta avanzata dalla Commissione europea di vincolare giuridicamente l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 ha raccolto il consenso di quasi tutti gli Stati membri. La Bulgaria è stata l’unico Paese ad essersi astenuto. Mentre Svezia, Lussemburgo, Danimarca, Spagna e Austria, in occasione del Consiglio dei ministri Ue dell'ambiente, hanno chiesto di aumentare l'ambizione, sottolineando l’importanza che ciascuno Stato membro raggiunga singolarmente la neutralità climatica al 2050 a livello nazionale, per poter riuscire a centrare appieno gli obiettivi climatici europei.
Decisione sul nuovo target al 2030 è rimessa ai leader Ue
Saranno, invece, i leader Ue a decidere sull’adeguamento del nuovo obiettivo climatico intermedio al 2030. La proposta della Commissione europea è di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro quella data, con un aumento di 15 punti percentuali dal 40% di oggi. I Ventisette dovrebbero accordarsi su una decisione politica in merito nel Vertice di novembre.
I ministri di Danimarca e Svezia vorrebbero fissare l’obiettivo al 2030 al 65%, mentre la Finlandia al 60%. Il Consiglio ha raggiunto un accordo, ma non prevede di cominciare i triloghi, i negoziati con Europarlamento e Commissione europea che portano le leggi Ue ad assumere fisionomia definitiva. Pascal Canfin, presidente della Commissione ambiente dell'Eurocamera, ha espresso la volontà di cominciare subito, anche senza l'indicazione del target al 2030. Proposta appoggiata anche dal vicepresidente della Commissione Frans Timmermans. Il timore, espresso a più riprese soprattutto da Canfin, uno dei negoziatori per l’Europarlamento, è vedere il target 2030 ostaggio della unanimità necessaria al Consiglio europeo per raggiungere le conclusioni. Canfin vorrebbe trovare un compromesso inter-istituzionale entro il 12 dicembre 2020: una data simbolica, in quanto segna il quinto anniversario dalla dalla sottoscrizione degli Accordi sul Clima di Parigi. Senza un accordo tra i leader tutto il processo sarebbe bloccato.