Identificata l’area del cervello che comprende i movimenti altrui

Scienze

Lo si deve a uno studio multidisciplinare dell'Istituto Italiano di Tecnologia. L'area cerebrale che legge i movimenti e decodifica le intenzioni degli altri si troverebbe nel lobo parietale sinistro

È stato craccato il codice del movimento e individuata l’area del cervello che permette di comprendere sia il movimento altrui, sia gli elementi che aiutano a decodificiare le intenzioni degli altri. La scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology si deve al gruppo multidisciplinare dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che ha riunito esperti di scienze computazionali, neuroscienze e scienze cognitive, con Cristina Becchio e Stefano Panzeri. Alla ricerca ha collaborato il gruppo dell'Università di Bologna diretto dallo psicobiologo Alessio Avenanti.

Come utilizzare la scoperta

I modelli matematici applicati all'analisi di centinaia di movimenti hanno aiutato a ottenere mappe motorie che permettono di interpretare le variazioni impercettibili nel movimento, che possono essere la spia di intenzioni, emozioni, aspettative e decisioni. “Ad esempio – viene evidenziato nello studio - basta vedere una persona che afferra una bottiglia per prevedere se intende bere o passarla a un'altra persona”. L’orizzonte che apre questa ricerca ha una duplice direzione. Da un lato la scoperta del codice del movimento potrebbe portare alla sua applicazione nel settore della robotica tramite la realizzazione di robot capaci di leggere le intenzioni altrui. Un’altra ipotesi è legata a capire le difficoltà che le persone con autismo incontrano nel leggere le intenzioni altrui, fornendo una base per le terapie del futuro.

Leggere le intenzioni

"Ad oggi, il linguaggio motorio delle intenzioni non era noto. Per decifrarlo abbiamo applicato alla cinematica del movimento, ovvero alle caratteristiche spazio-temporali del movimento, strumenti matematici sviluppati per decifrare il codice neurale" ha spiegato Cristina Becchio. "Questo approccio - ha aggiunto - ci ha permesso di capire non solo come l'informazione è scritta nel movimento, ma anche come viene letta da chi osserva e quali sono le computazioni coinvolte nel processo di lettura". Tecniche non invasive di analisi dell'attività cerebrale hanno poi permesso di identificare nel lobo parietale sinistro l'area cerebrale che legge e prevede i movimenti.

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