Mentre la Nasa è pronta a far decollare Perseverance, da uno studio dei ricercatori della New York University ad Abu Dhabi arrivano nuovi indizi sulle possibili tracce di vita presenti sul pianeta rosso
Mars 2020, ci siamo. È previsto per giovedì 30 luglio il lancio della nuova missione su Marte della Nasa . L'arrivo sul pianeta rosso è previsto nel febbraio 2021, con l'atterraggio nel cratere Jezero che in passato ha ospitato l'antico delta di un fiume ed uno dei luoghi che potrebbe avere avuto le condizioni per sostenere la vita. Capire se c’è (oppure se c’è stata) vita su Marte è infatti uno degli obiettivi cardine della missione, che porterà sul corpo celeste il quinto rover americano, Perseverance, e il primo drone elicottero, Ingenuity. Mentre l’agenzia spaziale fa il conto alla rovescia per la partenza, sono in viaggio sulla medesima rotta spaziale anche la sonda degli Emirati Arabi e quella della Cina.
Vita su Marte, nuovi indizi
Poco prima della partenza di Mars 2020, uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori della New York University ad Abu Dhabi, coordinati da Dimitra Atri, ha aggiunto nuovi indizi riguardo la presenza di tracce di vita su Marte, sia essa passata o presente. La ricerca indica che nel sottosuolo del pianeta, dove si nasconde l'acqua, potrebbero esserci le condizioni per supportare la vita. Combinando simulazioni, dati di missioni passate che hanno identificato l'acqua nel sottosuolo marziano e studi sugli ecosistemi delle grotte sotterranee della Terra, i ricercatori ipotizzano che le radiazioni cosmiche, che possono penetrare diversi metri sotto la superficie, potrebbero innescare reazioni chimiche in grado di fornire energia a eventuali forme di vita. ”Attualmente non vi è alcuna prova di attività biologica sulla superficie del pianeta – si legge - tuttavia, l'ambiente sotterraneo, che deve ancora essere esplorato è meno duro, ha tracce di acqua in forma di -ghiaccio e salamoie e subisce particolari radiazioni di ossidoriduzione”. “Ipotizzo che il disequilibrio chimico – spiega Dimitra Atri - possa essere utilizzato dalla vita esistente per l'energia metabolica utilizzando meccanismi osservati in ambienti chimici e di radiazione simili sulla Terra”.
Il ruolo di Perseverance
La conferma potrà arrivare dal rover Perseverance della Nasa, che esplorerà il cratere per almeno un anno marziano, ossia l'equivalente di quasi due anni terrestri, analizzando il suolo per cercare tracce di vita o provare che l'antico fiume fosse davvero un ambiente in grado di ospitarla. Raccoglierà inoltre campioni di roccia. Con lui l'elicottero Ingenuity, che è la prima macchina a volare su Marte con 25 telecamere e i primi microfoni per registrare li suono. A testimonianza che siamo di fronte alla missione su un altro pianeta più avanzata di sempre.