Lo ha condotto il ricercatore Hans Huybrighs, coadiuvato da un team di esperti, servendosi di immagini e dati raccolti una ventina di anni fa dalla missione Galileo della Nasa
Europa è il quarto satellite naturale del pianeta Giove per dimensioni, il sesto dell'intero sistema solare. È stato scoperto da Galileo Galilei nel 1610 assieme ad Io, Ganimede e Callisto, da allora comunemente noti con l'appellativo di satelliti galileiani. La luna di Giove, dicono gli esperti dell’European Space Agency (ESA), “è un mondo affascinante”. La sua superficie sembra essere graffiata e segnata e ha attirato l’attenzione degli scienziati, curiosi di esplorare sotto la spessa coltre di ghiaccio di Europa, alla ricerca di prove di attività proveniente da quell’area. Adesso, grazie ad un nuovo studio condotto da un ricercatore dell’Esa, Hans Huybrighs e pubblicato sulla rivista “Geophysical Research Letters”, è stato possibile approfondire proprio questo aspetto.
Uno strato di ghiaccio
Dal lavoro di ricerca, come spiega anche un articolo apparso sul portale dell’Esa, è emerso come sulla superficie di Europa sembrano apparire come delle “cicatrici” bruno-rossastre, che creano attraverso la superficie una specie di schema incrociato. Queste sono incise in uno strato di ghiaccio che gli esperti ritengono abbia uno spessore di almeno diversi chilometri e copra un vasto e potenzialmente abitabile sottosuolo oceanico. Le prospettive risultanti da questo studio, dicono da Esa, sono di grande interesse anche per l'imminente missione Juice, il cui lancio è previsto nel 2022, per indagare su Giove e le sue lune ghiacciate. “Con arrivo previsto nel sistema di Giove nel 2029, la missione Juice studierà la potenziale abitabilità e gli oceani sotterranei di tre delle lune del pianeta gigante: Ganimede, Callisto ed Europa”.
I dati della missione Galileo
Utilizzando alcune immagini e alcuni dati catturati dalla sonda della Nasa, Galileo, durante un sorvolo su Europa avvenuto nel 2000, Huybrighs ed il suo team hanno analizzato il campo magnetico del satellite galileiano, prendendo come spunto uno studio basato sulla simulazione che mirava a capire perché il movimento dei protoni, particelle subatomiche con una carica positiva registrate in prossimità di Europa, fosse più lento del previsto. Gli esperti, nel loro studio, hanno scoperto che parte di questo fenomeno era dovuto ad un pennacchio che spara vapore acqueo nello spazio e che ha in qualche modo colpito la sottile atmosfera di Europa e modificato i campi magnetici in quella specifica regione, alterando il comportamento dei protoni. Gli scienziati avevano sospettato l'esistenza di simili pennacchi su Europa già dai tempi della missione Galileo, sebbene prove indirette della loro esistenza siano state trovate solo nell'ultimo decennio. Incredibilmente, dicono dall’Esa, se tali pennacchi fossero effettivamente presenti, rompendo lo strato ghiacciato del satellite di Giove, potrebbero offrire una modalità importante per studiare il suo oceano sotterraneo, che altrimenti sarebbe estremamente difficile da esplorare.