Raggiungerà la minima distanza dal Sole il 27 maggio, quando passerà a circa 65 milioni di km dalla stella madre de Sistema solare. Ecco dove e quando guardare in cielo per cercare di scrutarla
La cometa Swan (C/2020 F8), scoperta per puro caso lo scorso marzo dall’astronomo Michael Mattiazzo e chiamata proprio come lo strumento che ha permesso la sua osservazione, darà spettacolo in cielo nel mese in corso. Dopo aver superato la soglia della visibilità a occhio nudo a inizio aprile, avvicinandosi alla Terra dalle aree del cielo visibili dall’emisfero australe, Swan fra il 7 e l’8 maggio ha tagliato l’equatore celeste e da quel momento è visibile all’alba anche dall’emisfero settentrionale. La cometa comincerà a farsi vedere nelle ore serali a partire dal 18 maggio. “Sarà visibile sia alla sera a nord-ovest, subito dopo il tramonto (circa alle 21:50 locali), sia poco prima dell’alba a nord-est”, spiegano gli esperti di Inaf. Raggiungerà il perielio, ovvero, la minima distanza dal Sole, il 27 maggio alle ore 15 italiane, quando passerà a circa 64,8 milioni di km dalla stella madre del Sistema solare. Da quel giorno in poi si allontanerà dal Sole.
Appuntamento al 27 maggio
“Durante le prime ore della notte del 27 maggio 2020, poche ore prima del passaggio al perielio, la cometa sarà ad appena 25 gradi dal Sole. Alle 01:30 di ora estiva del 27 maggio, dall’Italia settentrionale la Swan sarà a un’altezza di appena 1° sull’orizzonte nord, nella costellazione del Perseo, ricca di stelle brillanti”, spiegano gli esperti di Inaf. Il 27 maggio, quando Swan raggiungerà il perielio sarà il giorno più propizio per poterla scrutare nel cielo, complice la Luna che in quesi giorni non disturberà la sua luce.
Per vederla sarà necessario cercarla con attenzione in cielo, preferibilmente tramite l’utilizzo di un binocolo, posizionandosi in zone prive di inquinamento luminoso.
La sua scoperta
Come anticipato precedentemente, la sua scoperta è avvenuta per puro caso nel mese di marzo, quando l’astronomo Michael Mattiazzo stava studiando le informazioni raccolte dalla sonda solare Soho (Solar and Heliospheric Observatory), della Nasa e dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), attraverso lo strumento Swan (Solar Wind ANisotropies), da cui prende il nome.
Swan è stata immortalata in uno scatto dall’astronomo italiano Ernesto Guido, dove è ben visibile la sua lunga e tenue coda di gas.
“L’abbiamo scattata lo stesso giorno della scoperta di Mattiazzo ma utilizzando un telescopio australiano da remoto, dato che non era visibile dall’Italia”, ha raccontato Guido.