Scoperto in Germania un bastone da lancio di 300mila anni fa

Scienze
Bastone da lancio (Unitersità di Tubinga)

Il suo ritrovamento suggerisce che gli ominidi della specie Homo heidelbergensis possedevano un vero e proprio arsenale di armi da caccia, che sceglievano in base al tipo di preda da catturare 

Un team di archeologi dell’Università tedesca di Tubinga ha portato alla luce un reperto risalente al Paleolitico antico che allarga l’orizzonte delle armi usate dagli ominidi della specie Homo heidelbergensis.
Si tratta di un bastone da lancio, conservatosi perfettamente per 300mila anni nel sito tedesco di Schoeningen. Non vi sono altri esemplari così antichi giunti a noi conservati così bene.
Utile per cacciare uccelli, cigni, oche e volpi, lo strumento, lungo circa 70 centimetri, veniva lanciato come un boomerang e ruotava con forza attorno al suo baricentro prima di trafiggere la preda. Il suo ritrovamento, descritto sulla rivista specializzata Nature Ecology and Evolution, suggerisce che questi antenati dell’uomo possedevano un vero e proprio arsenale di armi da caccia, che sceglievano in base al tipo di preda da cacciare. Per catturare un cavallo, per esempio, usavano il giavellotto, uno strumento di certo non adatto per cacciare gli animali più piccoli.

Il ritrovamento nel dettaglio

“Il sito di Schoeningen è il più importante al mondo per il Paleolitico antico. Si trova ai bordi di un lago, dove sono stati trovati diversi oggetti di 300.000 anni fa, dopo che è stato abbassato il livello delle acque freatiche di 100 metri per la miniera vicino. Ciò ha permesso di mantenere benissimo gli oggetti", ha spiegato Jordi Serangeli, coordinatore dello studio. Lo scorso secolo gli archeologi avevano rinvenuto nello stesso sito tedesco dieci lance, di cui nove giavellotti e una picca.

Raggiunge in volo la velocità di 30 metri al secondo

Il bastone da lancio ritrovato dagli archeologi tedeschi è scolpito in legno di abate e stando alle loro analisi, potrebbe raggiungere una velocità massima di 30 metri al secondo.
"Così potevano cacciare cigni, oche o volpi, o stordire degli uccelli di uno stormo in volo. Il bastone inoltre è lavorato, ha una forma affusolata, e mostra le tracce dei colpi presi, quindi è stato usato", ha spiegato l’archeologo.

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