Buco nero scoperto per caso da studenti che studiavano asteroide
ScienzeUn gruppo di giovani studenti e ricercatori stava analizzando le osservazioni ai raggi X dell’asteroide Bennu quando ha notato un bagliore inaspettato, rivelatosi poi un buco nero impegnato a divorare materia
L’analisi delle immagini dell’asteroide Bennu hanno riservato una grande sorpresa a un gruppo di studenti, che in maniera totalmente inaspettata si sono ritrovati di fronte a un buco nero impegnato in un “banchetto cosmico”. La scoperta fortuita è stata possibile grazie allo strumento Rexis montato a bordo della sonda Osiris-Rex, impegnata ormai da fine 2018 nello studio di un asteroide antico quanto il Sistema Solare, circa 4,5 miliardi di anni. Il buco nero si è palesato agli occhi di studenti e ricercatori che stavano analizzando le osservazioni dettagliate volte a misurare i raggi X emessi da Bennu.
Un buco nero scoperto studiando Bennu
La scoperta accidentale di un buco nero non rientrava certo tra i piani di Branden Allen, giovane ricercatore e studente di Harvard che per primo, mentre analizzava i dati raccolti da Rexis, ha notato un inaspettato bagliore ai raggi X. Come riportato dalla Nasa, il giovane ha spiegato che “le nostre verifiche hanno escluso la presenza di un oggetto già catalogato dove abbiamo osservato il segnale”. Rexis (Regolith X-Ray Imaging Spectrometer), grande all’incirca come una scatola di scarpe, è stato sviluppato da studenti di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit) per misurare i raggi X emessi da Bennu in risposta alle radiazioni solari. Nelle osservazioni analizzate a novembre 2019, tuttavia, lo strumento ha ripreso anche quello che si è poi rivelato essere un buco nero, scoperto una settimana prima dal telescopio giapponese Maxi e situato a circa 30.000 anni luce dal Sole, nella costellazione della Colomba. Rexis è riuscito a individuare questo oggetto cosmico, rinominato MAXI J0637-43, proprio grazie ai raggi X emessi mentre il buco nero divorava la materia.
Perché il buco nero emetteva raggi X
A confermare l’esistenza del buco nero ci ha pensato in un secondo momento anche il telescopio della Nasa Nicer, installato come Maxi sulla Stazione Spaziale Internazionale, che soltanto qualche giorno dopo ha catturato la stessa emissione di raggi X. Eventi simili si possono osservare soltanto dallo spazio, visto che lo scudo costituito dall’atmosfera terrestre lo impedisce, e si verificano quando un buco nero inghiottisce materia da una stella che gli orbita intorno.