La conferma arriva dalle rilevazioni effettuate dalla sonda InSight della Nasa, al lavoro sul Pianeta Rosso dal 26 novembre 2018
Marte è geologicamente attivo: sul Pianeta Rosso, grazie alle rilevazioni effettuate dalla sonda InSight della Nasa, sono stati registrati oltre 170 terremoti.
La scoperta, descritta in sei studi pubblicati sulle pagine delle riviste specializzate sulle riviste Nature Geoscience e Nature Communications, rappresenta la prima prova diretta dell’attività geologica di Marte e suggerisce che il Pianeta Rosso potrebbe ospitare del magma liquido con punti caldi che potrebbero offrire la condizioni necessarie per la vita.
Tra i ricercatori che hanno condotto le ricerche c’è anche il geofisico italiano Domenico Giardini, del Politecnico di Zurigo (Ethz).
I dati raccolti da InSight
InSight è al lavoro su Marte dal 26 novembre 2018, giorno in cui atterrò nel piccolo cratere Homestead hollow. Impegnato nell’analisi della struttura interna e della composizione del Pianeta Rosso, il lander nei primi 10 mesi di attività ha registrato 174 eventi sismici, tra i quali oltre 20 eventi di magnitudo compresa tra 3 a 4.
"Sono dati molto importanti perché precedentemente non c'erano stati indizi che Marte fosse geologicamente attivo", ha spiegato Francesca Altieri, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Secondo il parere di Nicholas Schmerr, geologico dell'università americana del Maryland, quanto scoperto potrebbe aiutare i ricercatori nelle missioni finalizzate alla ricerca di vita sul Pianeta Rosso: "Sulla Terra ci sono aree sulle dorsali oceaniche caratterizzate dalla presenza di sorgenti idrotermali, dove la chimica fornisce l'energia per la vita e non la luce del Sole. Se si scopre che esiste un magma liquido su Marte e saremo in grado di individuare dove il pianeta è geologicamente più attivo, in quei punti potremmo indirizzare le future missioni a caccia di vita".
Una sonda italiana arriverà su Marte entro il 2027
Il progetto Sms (Small Mission to MarS), coordinato dal Centro italiano di ricerche aerospaziali (Cira) con i due distretti della Sardegna (Dass) e della Campania (Dac), intente entro il 2027 portare su Marte una sonda “made in Italy” grazie alla propulsione del lanciatore spaziale Vega, sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Agenzia Spaziale Europea.
Per portare a termine il progetto saranno necessari 7 anni di lavoro e un impegno finanziario di circa 50 milioni euro.