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Le attività umane minacciano la biodiversità lungo le coste del Mediterraneo

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Per individuare le priorità nella protezione degli oceani, il gruppo di ricerca guidato da Roberto Danovaro, il presidente della Stazione zoologica “Anton Dohrn”, ha inviato un questionario a 112 ricercatori di tutto il mondo 

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Per individuare le priorità nella protezione degli oceani, 120 biologi marini hanno unito le forze per condurre un apposito studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nature Ecology & Evolution. Questa iniziativa, promossa da Roberto Danovaro, presidente della Stazione zoologica “Anton Dohrn”, ha permesso agli scienziati di stabilire che le profondità marine del Tirreno lungo le coste di Campania, Sicilia e Sardegna sono tra gli habitat più vulnerabili del Mediterraneo (LO SPECIALE DI SKY UN MARE DA SALVARE): la loro biodiversità, che da anni affascina i ricercatori, è minacciata dalle attività di pesca indiscriminate e dal possibile sfruttamento minerario.

Le minacce alla biodiversità

“Abbiamo mappato gli habitat vulnerabili delle profondità oceaniche e per l’Italia abbiamo visto che questi si trovano nel mar Tirreno, perché è lì che si riproducono i pesci che peschiamo”, spiega Danovaro. Oltre alla pesca, in particolare quella a strascico, esistono anche altre attività umane che possono minacciare la ricca biodiversità dell’area. “Questi ambienti sono minacciati anche dalle attività minerarie, perché le coste tirreniche sono ricche di montagne sottomarine, e, ovviamente, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici”, prosegue il ricercatore.

La tutela delle profondità oceaniche

Gli abissi oceanici ospitano un’enorme quantità di habitat sconosciuti: studiando le specie che li popolano, i ricercatori potrebbero scoprire nuove sostanze, utili per mettere a punto nuovi farmaci e terapie. Questa però è solo una delle ragioni per cui è importante tutelare queste aree. Come sottolinea Danovaro, gli abissi garantiscono anche che dal mare arrivi la metà dell’ossigeno del pianeta. Per stilare una lista di priorità che riguardano tutti gli aspetti della conservazione e protezione dell’ambiente marino, il gruppo di ricerca guidato dal presidente della Stazione zoologica “Anton Dohrn” ha inviato un questionario a 112 ricercatori di tutto il mondo. Dalle risposte ricevute è emerso che il primo passo da compiere è intensificare la tutela delle specie che formano gli habitat, come i coralli, insieme agli organismi di medie e grandi dimensioni. Un’altra priorità è avviare un monitoraggio delle profondità marine e dell’impatto dell’attività umana su di esse.