Cambiamento climatico, quasi il 40% delle piante rischia l’estinzione

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Come emerge da uno studio dell’Università dell’Arizona, alcune delle specie vegetali presenti sulla Terra sono abitate ai climi stabili e di conseguenza sono maggiormente vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale 

I cambiamenti climatici mettono a rischio circa il 40% delle specie di piante esistenti sulla terraferma. A indicarlo è un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell’Università dell’Arizona e pubblicato su un numero speciale della rivista specializzata Science Advances, interamente dedicato ai temi affrontati nell’ambito di Cop25, la conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Come spiega Brian Enquist, il professore di ecologia e biologia evoluzionaria dell’Università dell’Arizona cha ha coordinato lo studio, alcune delle piante più rare presenti sulla Terra sono abituate ai climi stabili e di conseguenza sono maggiormente vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale. Per svolgere la ricerca, il team dell’Università dell’Arizona si è basato su 10 anni di catalogazione delle specie vegetali che vivono sulla terraferma. Durante questo periodo sono state condotte 20 milioni di osservazioni, che hanno permesso di stimare la presenza di circa 435.000 piante sulla terraferma, di cui quasi il 40% a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici. “Si tratta di una percentuale notevolmente superiore rispetto alle nostre aspettative”, rileva Enquist. La speranza dei ricercatori è che i risultati dello studio possano portare all’elaborazione di nuove strategie di conservazione delle specie a rischio.

La rarità delle specie più a rischio

Oltre a stimare il numero delle specie vegetali presenti sulla terraferma, i ricercatori hanno anche provato a comprendere la natura di questa biodiversità e a prevedere i cambiamenti a cui potrebbe andare incontro in futuro. “Alcune di queste piante sono diffuse in diversi territori, ma altre sono straordinariamente rare e sono state osservate in meno di cinque occasioni”, spiega il professor Enquist. “Molte di queste piante sono adesso minacciate dalle attività umane, come l’agricoltura, lo sviluppo delle città e il consumo di suolo”. La maggior parte delle specie rare si trova in zone come la Costa Rica, il Sudafrica, il Madagascar e il sud-est asiatico, tutte aree in cui il clima è rimasto stabile a lungo dopo l’ultima era glaciale. 

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