Riscaldamento globale, un aiuto da piante extra-large che assorbono più CO2

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Secondo le previsioni dei ricercatori gli alberi cresceranno a ritmi super entro il 2100 mitigando l’aumento del gas serra. Rimane però cruciale ridurre emissioni e porre fine ai disboscamenti 

Le continue emissioni di CO2 potrebbero avere un sorprendente effetto sulle piante, accelerandone la crescita in modo significativo, perlomeno fino al 2100. È questa la soglia fissata dai ricercatori dell’Università di Stanford e dell’Università di Barcellona, che in un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change hanno provato a capire se foreste e altri ecosistemi terrestri continueranno a dare il proprio prezioso contributo, fondamentale per mitigare il riscaldamento globale, anche dopo la fine del secolo in corso. Soltanto negli ultimi 30-40 anni, infatti, piante e alberi hanno assorbito circa un quarto di tutte le emissioni da combustibili fossili rilasciate nell’atmosfera.

CO2 anche dal suolo per la crescita extra delle piante

La crescita super prevista per le piante, che secondo i ricercatori potrebbero vedere la propria biomassa aumentare del 12% entro il 2100, è dovuta non solo all’assorbimento di CO2 presente nell’aria ma anche a quella utilizzata come fertilizzante. Esaminando e rielaborando, anche grazie all’Intelligenza Artificiale, i risultati ottenuti da 138 studi realizzati in precedenza riguardanti aree che presentano alti livelli di diossido di carbonio, il team internazionale ha potuto ‘predire’ l’aumento di dimensione di alberi e piante entro fine secolo, dovuto anche a una sorta di alleanza con funghi e microrganismi del suolo, che porta alla produzione di nutrienti necessari per sfruttare l’anidride carbonica come fertilizzante.

Alberi sono una risorsa cruciale per il pianeta

L’aumento di taglia del 12% previsto dai ricercatori porterebbe inoltre le piante ad assorbire quantità ancora maggiori di CO2, pari a cinque o sei anni di emissioni. Il co-autore della ricerca Rob Jackson paragona l’azione di piantare o recuperare alberi a “mettere soldi in banca”. La crescita accelerata degli organismi vegetali è “l'interesse che guadagniamo nel nostro bilancio, per cui dobbiamo sapere quanto sarà alto il tasso di interesse sul nostro investimento in carbonio”. Secondo il ricercatore questo fenomeno dovrebbe proseguire anche oltre il 2100: in caso contrario, la concentrazione di diossido di carbonio nell’atmosfera potrebbe aumentare repentinamente. Ecco perché, ora più che mai, è importante porre fine al disboscamento “indiscriminato di foreste tropicali vergini che rappresentano la più grande riserva di biomassa del pianeta”, come spiega il coordinatore del lavoro Cesar Terrer. In ogni caso, come sottolineato a Newsweek da Jackson, il taglio delle emissioni rimane un imperativo categorico che non potrà essere sostituito dal contributo, pur estremamente prezioso, delle piante. 

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