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Scoperti due ‘fantasmi’ in una galassia vicina: sono resti di supernova

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

La rete di radiotelescopi australiana Askap ha realizzato la mappa radio più dettagliata mai ottenuta della Piccola Nube di Magellano, la galassia nana vicina alla Via Lattea: tra le scoperte anche i segnali di 20 nebulose planetarie 

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Nella Piccola Nube di Magellano, una galassia nana ‘vicina di casa’ della Via Lattea, sono presenti due ‘fantasmi’ cosmici, come vengono definiti dai ricercatori dell’Università di Manchester, autori della scoperta. Stando agli indizi raccolti, si tratta probabilmente di due resti di supernova, ovvero un’esplosione stellare che lascia una nuvola di gas e polvere. Per rilevarli il team si è affidato ad Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), una rete di radiotelescopi situata in Australia che ha realizzato la mappa radio più dettagliata mai ottenuta della Piccola Nube di Magellano, scoprendo anche più di 7000 sorgenti puntiformi di onde radio nella direzione della galassia nana.

Piccola Nube di Magellano, le scoperte di Askap

Ci sono anche alcuni ricercatori e ricercatrici dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) nel team che ha realizzato la scoperta pubblicata sulla rivista Monthly Notices of Royal Astronomy. Grazie alle 36 antenne paraboliche dal diametro di 12 metri, la rete Askap ha analizzato nel dettaglio la Piccola Nube di Magellano, che si trova a circa 200.000 anni luce dalla Terra e risulta visibile dall’emisfero australe. A sorpresa, la mappa radio tracciata ha individuato due potenziali resti di supernova, le esplosioni di stelle che raggiungono la fine del proprio ciclo evolutivo. Oltre a svelare l’identità di questi fantasmi stellari, Askap rilevato segnali radio da più di 20 nebulose planetarie già osservate in precedenza e oltre 7000 sorgenti puntiformi in direzione della Piccola Nube di Magellano, molte delle quali relative a galassie lontane.

Lo studio delle galassie

L’astronomo Andreas Koch, parte del team di ricerca, spiega che le galassie nane sono ritenute “i ‘mattoni’ alla base di sistemi galattici più importanti come la Via Lattea”, motivo per cui osservazioni di questo tipo sono considerate estremamente preziose. Gli autori spiegano infatti che galassie come la Piccola Nube di Magellano rappresentano “un laboratorio ideale” in virtù della distanza alla quale sono situate. L’astrofisica Tana Joseph, che ha coordinato lo studio, afferma che “ora possiamo combinare questi dati radio con osservazioni nei visibile, nell’infrarosso, nei raggi X e gamma, riuscendo così a esplorare la Piccola Nube di Magellano e le altre galassie con un dettaglio senza precedenti”. Askap offre infatti solo un piccolo assaggio delle capacità di Ska (Square Kilometre Array), interferometro destinato a diventare il più grande e sensibile radiotelescopio al mondo, di cui la rete australiana è precursore.