Cervello, creato un decoder che traduce i segnali legati ai dialoghi
ScienzeIl dispositivo è stato realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università della California, San Francisco. Potrebbe essere utilizzato per migliorare il trattamento di alcune patologie neurologiche
Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, San Francisco, ha ideato un decoder per il cervello in grado di tradurre in tempo reale i segnali elettrici cerebrali associati all’ascoltare e al rispondere a una domanda e di trascriverli in diagrammi. Il funzionamento del dispositivo è stato descritto sulle pagine della rivista specializzata Nature Communications. Grazie alla nuova tecnologia, gli esperti potrebbero ottenere una migliore comprensione di alcune patologie neurologiche e capire qual è il modo più efficace per trattarle.
Lo svolgimento dello studio
Nel corso dello studio i ricercatori, coordinati da Edward Chang, hanno utilizzato degli elettrodi per monitorare l’attività cerebrale di tre pazienti epilettici sottoposti ad alcuni test clinici, durante i quali ascoltavano una serie di domande predefinite e formulavano delle risposte. Analizzando i segnali nervosi registrati, il team di studiosi è stato in grado di distinguere quelli associati all’ascolto da quelli legati alle risposte verbali. "La corteccia cerebrale è formata da aree distinte, nelle quali i neuroni codificano una rappresentazione dei dialoghi, sia delle parole ascoltate che di quelle riprodotte", spiegano gli autori dello studio. La possibilità di registrare quest’attività cerebrale potrebbe permettere di decifrare in tempo reale il linguaggio del cervello con una precisione pari a circa il 60%.
Un chip iper-veloce imita le funzioni del cervello
Nel corso di un altro studio, un gruppo di ricercatori dell’Università di Münster è riuscito a mettere a punto un chip iper-veloce in grado di imitare i neuroni del cervello umano e le connessioni esistenti tra di loro, il tutto sfruttando la luce e l’Intelligenza Artificiale. Per superare i limiti degli attuali computer, gli esperti hanno concentrato in un unico circuito integrato la conservazione e l’elaborazione dei dati, compiendo così un importante passo avanti verso lo sviluppo di tecnologie che funzionano come l’encefalo degli esseri umani. Tutti i risultati della ricerca sono stati descritti sulla rivista scientifica Nature e in futuro potrebbero consentire applicazioni dell’IA ancora più complesse di quelle possibili in questo momento.