Esa, stampate in 3D pelle e ossa per le future missioni su Marte

Scienze
La pelle stampata in 3D (Esa)

Grazie al progetto '3D Printing of Living Tissue for Space Exploration' dell’Agenzia spaziale europea (Esa), i ricercatori dell’Università tecnica di Dresda sono riusciti a realizzare in laboratorio i tessuti umani 

Grazie al progetto '3D Printing of Living Tissue for Space Exploration' dell’Agenzia spaziale europea (Esa), i ricercatori dell’Università tecnica di Dresda sono riusciti a realizzare in laboratorio pelle e ossa stampate in 3D, dei veri e propri ‘pezzi di ricambio’ biologici per gli astronauti che in futuro affronteranno i lunghi viaggi verso Marte. Per realizzare i tessuti umani, il team di ricerca ha utilizzato degli inchiostri ‘viventi’, gli stessi che i cosmonauti potranno preparare in caso di emergenza utilizzando le proprie cellule per evitare il rischio di rigetto. Questo risultato rappresenta un decisivo passo avanti verso la rigenerazione di interi organi in 3D che potranno essere usati per i primi trapianti nello spazio.

L’utilità dell’invenzione

Tommaso Ghidini, il responsabile della divisione Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Esa, spiega che gli astronauti che affronteranno un viaggio verso Marte o altre destinazioni interplanetarie dovranno trascorrere molti anni nello spazio. Poiché l’equipaggio non potrà tornare indietro in caso di emergenza e sarà impossibile portare a bordo tutte le attrezzature sanitarie necessarie (a causa dello spazio limitato e del peso dei veicoli spaziali), avere a disposizione dei tessuti biologici in 3D da stampare si rivelerà utile per affrontare problemi come ustioni e fratture.

L’uomo potrebbe raggiungere Marte nel 2033

Lo scorso aprile Jim Bridenstine, l’amministratore delegato della Nasa, ha dichiarato che dopo il ritorno sulla Luna, previsto per il 2024, l’uomo potrebbe mettere piede per la prima volta su Marte nel 2033. Per il numero uno dell’agenzia spaziale statunitense, la missione che riporterà degli astronauti sul satellite naturale della Terra sarà una tappa intermedia fondamentale per raggiungere l’approdo sul Pianeta Rosso. Sulla Luna, infatti, la Nasa potrebbe sviluppare e testare tutte le tecnologie necessarie all’esplorazione della superficie marziana. “Anticipando l’atterraggio sulla Luna potremo atterrare prima anche su Marte”, ha spiegato Bridenstine. Il ritorno sul satellite naturale era inizialmente previsto per il 2028, ma l’appello del vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence ha spinto l’agenzia spaziale ad anticipare la missione.

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