Nasa, su Proxima Centauri B condizioni ideali per la vita

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)
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Secondo dei modelli climatici simulati da uno studio, sul pianeta potrebbero esserci un oceano e temperature più miti 

L’esistenza di acqua, un’atmosfera e temperature non così elevate come si pensava, che permetterebbero quindi lo sviluppo degli organismi. Sono queste le tre condizioni che renderebbero possibile l’ipotesi della vita sul pianeta Proxima Centauri B, che orbita intorno alla stella più vicina alla Terra all’esterno del sistema solare, Proxima Centauri. Lo afferma un nuovo studio del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, guidato da Anthony D. Del Genio e pubblicato su Astrobiology, che offre dei nuovi scenari basati su determinate condizioni climatiche che consentirebbero la nascita di esseri viventi. Questa possibilità era stata fortemente messa in dubbio in precedenza, specialmente in virtù delle altissime temperature ipotizzate su Proxima Centauri B e di un’eruzione avvenuta nel marzo 2016 sulla sua stella vicina.

Più acqua e temperature più basse

Proseguono i tentativi degli studiosi di stabilire se Proxima Centauri B possa essere realmente, come ipotizzato in precedenza, un pianeta gemello della Terra e quindi rappresentare un luogo adatto per ospitare la vita. La correlazione è dovuta al fatto che entrambi i corpi celesti ruotano intorno a una stella: nel caso considerato dai ricercatori si tratta di Proxima Centauri. Proprio le temperature estremamente calde di quest’ultima, secondo alcune teorie precedenti, avrebbero reso impossibile lo svilupparsi di condizioni ideali per la vita su Proxima B. Tuttavia, la Nasa ha effettuato alcune simulazioni in cui vengono presentati dei possibili modelli di clima presenti sul pianeta extrasolare: tra questi viene proposta l’ipotesi che la superficie coperta da acqua sia molto più estesa e con temperature più fredde di quanto sostenuto in passato, con una presenza di liquidi superiore di 10 volte a quella presente originariamente sulla Terra.

L’eruzione del 2016

Un’eruzione avvenuta sulla stella Proxima Centauri nel marzo 2016 aveva portato molti studiosi a credere che l’atmosfera del suo pianeta vicino potesse essere stata compromessa in seguito all’avvenimento. Tra le simulazioni condotte dalla Nasa, però, spunta anche un secondo scenario secondo il quale Proxima B potrebbe essersi formato più lontano dalla stella per poi avvicinarsi, il che comporterebbe condizioni decisamente più miti di quelle inizialmente ipotizzate. Secondo Del Genio, gli scienziati immaginano quindi un pianeta che presenti un’atmosfera e acqua, e si chiedono se possa veramente esistere un oceano che ponga la base “per condizioni adatte alla vita in superficie, cioè abbastanza calde da sostenere acqua liquida ma non così calde da farle evaporare completamente".

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