Studiate le conseguenze della siccità sull’ecosistema

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)

Gli studiosi di varie Università americane hanno analizzato le conseguenze del disastro ambientale che ha colpito la California tra il 2012 e il 2017, ottenendo dei risultati sorprendenti 

Nel 2012, una terribile siccità ha colpito la California, alterandone sensibilmente l’ecosistema. Gli scienziati di varie Università statunitensi hanno osservato gli effetti del disastro ambientale e, dopo aver analizzato la lotta per la sopravvivenza di oltre 400 specie tra piante e animali, hanno pubblicato un’approfondita analisi del fenomeno.
All’interno del rifugio, noto come Carrizo Plain National Monument, convivono molte creature che popolavano la Valle Centrale della California prima che iniziasse il lungo periodo di siccità. Tutte le specie presenti, dallo scorpione del vento al barbagianni comune, coesistono assieme all’interno di un bilanciato ecosistema di prede e predatori. Per tenere traccia di tutte queste relazioni, i ricercatori hanno dovuto portare in salvo ogni singolo esemplare, dopo averlo rintracciato nel suo habitat naturale.
Le osservazioni compiute dagli scienziati, hanno dimostrato che le piante hanno iniziato a soffrire sin da subito per la mancanza di acqua. La popolazione del ratto canguro gigante, un mammifero che si nutre prevalentemente di semi, ha iniziato a diminuire durante il secondo anno di siccità a causa dell’esaurimento delle scorte di cibo e della caccia da parte di predatori come gufi, volpi e serpenti.

Il cambiamento climatico

Alcune specie opportuniste, più piccole e meno bisognose di risorse per sopravvivere, hanno sostituito il ratto canguro gigante nell’ecosistema, tra cui la bettongia scavatrice e il topo delle cavallette, il cui numero è esploso tra il 2013 e il 2015. Durante la siccità, il barbagianni e la sturnella occidentale hanno perso il loro ruolo dominante, in favore del corriere americano e del corridore della strada.
“La siccità ha spodestato le specie dominanti, consentendo a quelle più vulnerabili di ottenere dei preziosi vantaggi”, afferma l’ecologista Laura Prugh dell’Università di Washington, autrice dell’articolo che è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
Il risultato sorprendente è che circa tre quarti delle specie che popolavano la Valle Centrale della California non sono state colpite in alcun modo dal cambiamento climatico.

La tutela delle specie a rischio

È rarissimo poter studiare un numero così elevato di esseri viventi durante un disastro ambientale. I dati raccolti hanno consentito ai ricercatori di osservare il comportamento di tantissime piante e animali in un ambiente estremo, riuscendo a comprendere meglio la dinamica prede-predatori. Il fatto che il cambiamento climatico possa favorire le specie più svantaggiate è importante per garantire la diversità che è alla base della vita sulla Terra. 

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