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Scoperti nel cervello i segreti dell'amore e della fedeltà

Scienze
Alla base dell'innamoramento ci sarebbero particolari connessioni nervose (Getty Images)

Secondo uno studio pubblicato su Nature, all'origine della monogamia vi sarebbe un collegamento nervoso che rafforza la comunicazione tra l'area decisionale e quelle della gratificazione e del piacere

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L'amore è solo una questione di cuore? Non proprio. Le basi fisiologiche di questo sentimento e della fedeltà di una coppia si troverebbero infatti nel cervello, all’interno dei centri della gratificazione e del piacere. È quanto emerge da un nuovo studio, condotto presso la Emory University ad Atlanta, in Georgia, e pubblicato sulla rivista "Nature". La conoscenza di questi meccanismi biologici, per i ricercatori, potrebbe aiutare in futuro anche pazienti autistici.

Lo studio

I ricercatori statunitensi hanno analizzato il comportamento delle arvicole della prateria, una sotto-famiglia di roditori che hanno unioni monogame che durano anche tutta la vita e per questa ragione sono da tempo un modello di studio per la biologia dei legami di coppia. In pratica gli esperti hanno monitorato attraverso delle sonde elettriche le connessioni nervose degli esemplari femmina, in particolare tra la corteccia prefrontale, che attiene alla sfera decisionale e il "nucleo accumbens", ovvero il centro nevralgico della gratificazione e del piacere. Dai risultati di queste analisi è emerso che tanto più era attiva la comunicazione tra le due aree, tanto più velocemente la femmina sviluppava una relazione con l'esemplare maschio. Oltre a questo, il gruppo di ricerca ha notato che il primo incontro sessuale della coppia innalzava ulteriormente la connessione nervosa tra corteccia prefrontale e nucleo accumbens, concludendo che il livello di rafforzamento risultante fosse proporzionale alla velocità con la quale i partner si sarebbero successivamente ritrovati.

La spiegazione fisiologica

Dai test sulle arvicole è emerso dunque che la base fisiologica dell’amore e della fedeltà si troverebbe nel cervello. In particolare in un collegamento nervoso che rafforza la comunicazione tra l’area decisionale e quella della gratificazione e del piacere. Per confermare che queste vie di comunicazione nervosa fossero effettivamente il meccanismo diretto che fa sbocciare l’amore e costruisce la coppia, i ricercatori hanno ideato un meccanismo per attivarle a comando attraverso la luce. Si tratta della tecnica "optogenetica" che permette di accendere artificialmente il circuito celebrale stimolandolo con la luce direttamente sulla superficie del cervello. E la conferma è arrivata: questa attivazione determinerebbe la formazione di un legame, se questo non è ancora nato, rafforzandolo nel tempo.

Nuove terapie

Lo studio ha in definitiva portato a scoprire le tracce neurali dell'amore e del rapporto di coppia. Ma ci sarebbe anche di più: la conoscenza di questi meccanismi biologici, infatti, potrebbe in futuro aiutare a sviluppare nuove terapie per le persone che hanno disturbi relazionali come, ad esempio, nel caso dei pazienti autistici.