Il satellite spaziale, in costante avvicinamento al pianeta, ha già rivelato un inatteso “grande vuoto” intorno agli strati più interni dei suoi cerchi
È previsto per le 21.38, ora italiana, il secondo tuffo della sonda Cassini negli anelli di Saturno. Dopo il primo avvicinamento del 26 aprile, che ha mostrato il “grande vuoto” che circonda il sesto pianeta del sistema solare, il satellite ritornerà a contatto ravvicinato con uno dei cerchi di materia che lo caratterizzano.
I dati del primo tuffo
Quello della serata del 2 maggio sarà il secondo dei 22 “tuffi” previsti prima del termine ufficiale della ventennale missione di studio di Saturno nata dalla collaborazione fra la Nasa, l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Anche questa manovra, come la prima, prevede una fase di blackout durante la quale verranno persi i contatti con la sonda: solo dopo qualche ora sarà poi possibile visualizzare le foto scattate dagli strati più interni degli anelli. Il nuovo viaggio è seguito con grande curiosità da parte degli scienziati, che dopo il completamento del primo round hanno constatato come la regione compresa fra il pianeta e i suoi cerchi più interni sarebbe totalmente priva di polveri e particelle. Un vuoto cosmico che avrebbe preso in contropiede gli stessi ricercatori e le loro cautele proprio riguardo il volo terminale della sonda. Per evitare danni causati da possibili contatti con particelle e polveri, gli scienziati avevano infatti programmato il primo tuffo in modo tale da permettere all'antenna parabolica di quattro metri di diametro montata a bordo del satellite di ruotare e proteggere gli altri strumenti durante il volo. Una precauzione inutile: le immagini inviate dalla sonda hanno infatti rivelato la presenza di pochissime particelle, nessuna delle quali più grande di un millesimo di millimetro.
La missione di Cassini
La missione di Cassini, iniziata ufficialmente nell'ottobre del 1997, si concluderà all'indomani del 15 settembre di quest'anno. I dati forniti dal satellite nel corso del suo ventennale servizio hanno permesso di scoprire l'esistenza di un oceano sotterraneo nella luna Encelado, che potrebbe ospitare la vita, e di scendere sulla superficie di Titano. Proprio per preservare questa e altri satelliti potenzialmente abitabili di Saturno dallo spargimento di detriti, la sonda concluderà il suo viaggio autodistruggendosi nell'atmosfera del pianeta. Prima di farlo, però, grazie alla sua strumentazione eseguirà nuove misurazioni che potrebbero in futuro aiutare gli scienziati a studiare le origini del pianeta e calcolare la massa e l'età dei suoi anelli. Altre verifiche previste sono quelle sul campo gravitazionale e l'atmosfera saturnina, alla fine delle quali verranno prodotti dati e immagini inviati sulla Terra fino all'ultimo giorno di permanenza nello spazio.