Aids, nuovo rapporto dell’Unicef: morti 320 bambini al giorno nel 2018

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

L’Unicef ha diffuso i dati riguardanti diffusione e impatto di Hiv e Aids su bambini e adolescenti. Nel 2018 sono morti 13 giovani all’ora a causa di poca prevenzione e un difficile accesso alle terapie anti-retrovirali 

In vista della Giornata Mondiale dell’Aids, prevista l’1 dicembre, l’Unicef ha pubblicato un nuovo rapporto relativo alla diffusione di Hiv e Aids tra i più giovani. I dati emersi dall’analisi sono critici: nel 2018 sono 320 i bambini e gli adolescenti di tutto il mondo morti ogni giorno per le conseguenze della malattia del sistema immunitario. Tra le cause principali dell’alto numero di decessi l’Unicef evidenzia la mancanza di prevenzione e la ridotta accessibilità alle terapie anti-retrovirali. Secondo Henrietta Fore, direttore esecutivo dell’Unicef, “il mondo è vicino ad ottenere grandi risultati nella battaglia contro l’Hiv e l’Aids, ma non dobbiamo fermarci di fronte ai progressi compiuti”.

Aids, niente terapie per il 54% di bambini sieropositivi

L’Hiv ha colpito nel 2018 circa 160.000 bambini tra 0 e 9 anni, una fascia d’età che ora conta 1,1 milioni di individui che convivono con il virus. A questa base vanno aggiunti circa 190.000 adolescenti infettatti, sia maschi che femmine, che sottolineano una volta di più la minaccia portata dal virus e dall’Aids per le future generazioni. I bambini e ragazzi morti nel 2018 per la malattia sono, secondo le stime Unicef, 13 ogni ora, un bilancio ancor più allarmante se abbinato al fatto che soltanto il 54% dei sieropositivi tra 0 e 14 anni abbiano ricevuto una terapia anti-retrovirale salvavita. In virtù di questi dati, Henrietta Fore evidenzia la necessità di “investire nei test per l'HIV e nelle terapie per bambini e adolescenti”, considerata “una questione di vita o di morte".

Le terapie per le madri cruciali per ridurre casi Hiv

Se è vero ad esempio che l’accesso delle madri alle terapie anti-retrovirali è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni, raggiungendo l’82%, la crescita è avvenuta con grande disparità a livello geografico. Rispetto ad Africa orientale e meridionale, che vantano una copertura del 92%, zone come l’Asia orientale, Pacifico e Nord Africa si fermano poco al di sopra del 50%. Anche per queste differenze nel 2018 circa 165.000 bambini sotto i 5 anni sono stati infettati durante gravidanza, parto o allattamento. Le disparità, a livello adolescenziale, riguardano anche il genere, visto che lo scorso anno 140.000 ragazze sono state colpite dall’Hiv, rispetto a 50.000 ragazzi. Per migliorare la situazione l’Unicef sollecita i governi a migliorare i dati di analisi e le cure per l’Hiv per questa popolazione vulnerabile, oltre ad investire e puntare sull’innovazione per annullare le differenze emerse. Secondo Fore la strada da percorrere è ancora lunga ma due milioni di nuovi casi di Hiv e più di un milione di morti sotto i 5 anni sono già stati evitati dal maggiore accesso alle terapie garantito alle madri. 

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