Combinando l’azione su alcuni geni associati alla longevità in un’unica terapia i ricercatori hanno migliorato le condizioni degli animali affetti da diabete, obesità, insufficienza renale e scompenso cardiaco
Malattie quali diabete, obesità, scompenso cardiaco e insufficienza renale sono state curate nei topi grazie a un’unica terapia genica multipla. Per farlo, i ricercatori del Wyss Institute for Biologically Inspired Engingeering e della Harvard Medical School di Boston hanno sfruttato alcuni geni associati alla longevità, che combinati tra loro hanno permesso di trattare le quattro malattie tipicamente legate all’avanzare dell’età, che solitamente richiedono terapie singole per ogni caso. I risultati ottenuti dal team di ricerca sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) e aprono a futuri trattamenti potenzialmente efficaci contro più condizioni.
I geni anti-età combinati in un’unica terapia
Le malattie trattate con un’unica terapia genica multipla nell’esperimento vengono solitamente sviluppate con l’avanzare dell’età, durante il quale anche soltanto una di queste patologie aumenta il rischio delle altre. I diversi medicinali che i pazienti assumono per curare queste condizioni possono provocare vari effetti collaterali, oltre a possibili dimenticanze. Come scoperto dai ricercatori, questi scogli potrebbero essere superati con una terapia che mette nel mirino più geni e risulta più efficace rispetto a quelle basate su un approccio frammentato. Nei test condotti, il team si è concentrato in particolare su tre geni associati in precedenza alla longevità, potenziati attraverso alcune modifiche e poi iniettati singolarmente o in combinazione tra loro in topi che soffrivano di diabete, obesità, scompenso cardiaco e insufficienza renale.
La terapia genica multipla che cura più malattie
In base alle combinazioni sperimentate, la terapia genica multipla aveva effetti diversi, ma generalmente l’accoppiamento di due geni risultava più efficace: in particolare, una combinazione tra due dei geni individuati ha permesso di ottenere importanti benefici contro tutte le malattie, migliorando così la salute dei topi e garantendone la sopravvivenza. I ricercatori hanno tuttavia bocciato la combinazione di tutti e tre i geni anti-età, dovuta probabilmente a interazioni avverse tra alcuni di essi non ancora conosciute. Tra i punti più interessanti della scoperta, c’è il fatto che i geni iniettati siano rimasti separati dal Dna originale degli animali, che quindi non è stato modificato in alcun modo, e non potevano essere trasmessi ad altri individui o generazioni future. Secondo Donald Ingber del Wyss Institute for Biologically Inspired Engingeering “l’abilità di affrontare diverse malattie legate all’età in una sola volta con la terapia genica apre una strada verso la possibilità di rendere l’invecchiamento un processo più gestibile e meno debilitante”.