I test condotti su 35 donne hanno mostrato che il preparato non ha ripercussioni sulla salute, inducendo anche un’iniziale risposta immunitaria. A renderlo noto uno studio pubblicato sulla rivista 'Lancet Infectious Diseases'
Ogni anno ci sono 131 milioni di nuovi casi di clamidia nel mondo, un’infezione sessualmente trasmissibile che può causare anche sterilità, specie nelle donne. Secondo i dati degli esperti, tra queste, una su sei finisce con lo sviluppare infiammazioni pelviche che creano complicazioni di salute e possono danneggiare anche i feti se la mamma è contagiata durante la gravidanza. Per combattere la patologia è stato effettuato uno studio, condotto in tandem da studiosi danesi dello Statens Serum Institute ed inglesi dell'Imperial College of London e pubblicato sulla rivista 'Lancet Infectious Diseases', il cui esito fornisce speranze che venga sviluppato un vaccino in grado di prevenirla. Si tratta del primo studio clinico su persone di un potenziale vaccino per la malattia.
Il metodo di sperimentazione
Sono state infatti condotte le prime sperimentazioni su 35 donne che hanno mostrato che il preparato è sicuro per la salute. Ed ha indotto una potente, iniziale risposta immunitaria nelle partecipanti. I ricercatori coinvolti hanno confrontato due diverse formulazioni del nuovo vaccino per esaminare quale avrebbe funzionato meglio. Le 35 donne non infette da clamidia incluse nello studio sono state assegnate in modo casuale a tre diversi gruppi: 15 partecipanti hanno ricevuto il vaccino con liposomi, 15 hanno ricevuto il vaccino con idrossido di alluminio e 5 hanno ricevuto soluzione salina (placebo). In totale, le partecipanti hanno ricevuto cinque vaccinazioni con tre iniezioni intramuscolari nel braccio per diversi mesi. Entrambe le formulazioni del vaccino hanno provocato una risposta immunitaria nel 100% dei partecipanti, mentre nessun partecipante nel gruppo placebo ha raggiunto una risposta immunitaria. Sebbene sia stato scoperto che entrambe le formulazioni del vaccino provocano una risposta immunitaria, i liposomi aggiunti hanno costantemente funzionato meglio e hanno prodotto più anticorpi, quindi gli autori dello studio suggeriscono che questa formulazione dovrebbe essere perseguita per un ulteriore sviluppo clinico.
L’idea del vaccino
Mentre l'infezione può spesso essere trattata con antibiotici, le complicanze possono includere infiammazione, infertilità, gravidanza ectopica, artrite e persino una maggiore suscettibilità ad altre malattie sessualmente trasmissibili, incluso l'Hiv. "Il problema principale con la clamidia sono le conseguenze a lungo termine", ha spiegato il professor Robin Shattock, tra i principali firmatari dello studio. "La malattia è curabile se identificata, ma poiché molte persone non hanno sintomi può passare inosservata, e il problema più grande è che può continuare a causare infertilità nelle donne". Uno dei problemi legati agli attuali sforzi per curare la clamidia è che nonostante un programma di screening, test e trattamento molto ampio, le persone vengono ripetutamente infettate. “Se si potesse introdurre un vaccino protettivo, si potrebbe interrompere quel ciclo", ha aggiunto il professore.
Cos’è la clamidia
La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile tra le più comuni, causata da un batterio intracellulare obbligato, detto ‘chlamydia trachomatis’, la cui tassonomia è in corso di revisione. Come riporta il portale dell’Istituto Superiore di Sanità, sebbene le manifestazioni sintomatiche siano molto leggere, tanto da non essere spesso riconosciute dalle persone che ne sono colpite, le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo, specie femminile, possono essere molto gravi. Nella maggior parte dei casi l’infezione interessa le donne, soprattutto le adolescenti e le giovani sessualmente attive. Dal 10 al 40% delle donne con infezione non trattata sviluppano la malattia infiammatoria pelvica che può condurre alla sterilità. Negli uomini, l’infezione può interessare l’epididimo, causando dolore e febbre. Il danno permanente sembra meno probabile, anche se negli ultimi anni alcuni studi segnalano una possibile correlazione tra l’infezione da clamidia negli uomini e sterilità. Rare le conseguenze più serie, come la sindrome di Reiter, una forma di artrite sieronegativa accompagnata da lesioni epidermiche e infiammazione agli occhi e all’uretra.