West Nile, dai sintomi alle cure: cosa sapere sul virus trasmesso dalla zanzara
I casi nel Lazio riaccendono l'allarme sul virus trasmesso anche dalle comuni zanzare notturne. Diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America, negli ultimi anni sta circolando anche in Italia. L’Iss spiega che è grave solo in anziani e fragili, con alcuni casi che si rivelano spesso asintomatici
I CASI DI WEST NILE IN ITALIA NEL 2025
- Dall'inizio dell'anno in Italia sono stati confermati dieci casi di infezione da West Nile virus nell'uomo, di cui sette nel Lazio, tutti nella provincia di Latina. A renderlo noto è l'Istituto Superiore di Sanità, all'indomani della notizia del decesso di una donna in provincia di Latina. Dei 7 casi segnalati nel Lazio, 6 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva e uno con febbre. Quattro infezioni sono in persone di sesso maschile e le restanti in donne. Al momento il numero dei casi è in linea con quello del 2024
IL CEPPO
- Il West Nile Virus fa parte della famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile. È una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare del genere Culex pipiens, che colpisce soprattutto gli uccelli selvatici. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e a volte trasmettono il virus anche a ospiti accidentali come il cavallo e l'uomo. Diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America, negli ultimi anni ha circolato anche in Italia
COME SI TRASMETTE
- La zanzara che trasmette il virus West Nile non è la zanzara tigre, bensì la nostra zanzara comune notturna, che punge dal tramonto all'alba. Altre possibili vie di trasmissione comprendono la trasfusione di sangue e il trapianto di organi da donatori infetti e ancor più raramente sono state segnalate infezioni congenite trasmesse dalla madre al feto attraverso il latte umano
I SINTOMI COMUNI
- La maggior parte delle persone infette non mostra nessun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta disturbi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell'età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari
I SOGGETTI PIÙ ESPOSTI
- I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette, in genere anziani o soggetti debilitati, e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti
COSA SUCCEDE NEI CASI PIÙ GRAVI
- Nel caso in cui si abbia una febbre superiore a 38,5°C, dolori muscolari e alle articolazioni, cefalea, confusione, eruzione cutanea si consiglia di consultare un medico. Nei casi più gravi può prospettarsi come necessario anche il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita
L'INCUBAZIONE
- Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario
COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI
- La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM
ESISTE UN VACCINO?
- Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento, come spiega l'Istituto superiore di Sanità, la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare e monitorare la diffusione del virus
- Per sfuggire alle punture di zanzare è consigliabile usare repellenti cutanei per uso topico e insetticidi per uso domestico ed esterno; esporsi all'aperto solo con abbigliamento adeguato (indumenti di colore chiaro, pantaloni e maniche lunghe); evitare l'esposizione non protetta durante le ore a maggiore rischio (alba e tramonto)