È tra i cosiddetti “big killer”, cioè tra le neoplasie che uccidono di più, e spesso non presenta sintomi specifici, soprattutto nelle fasi iniziali, con conseguente ritardo nella diagnosi
Il tumore del pancreas è tra i cosiddetti “big killer”, cioè tra le neoplasie che uccidono di più, e nel 2023 in Italia, stando ai dati dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), è stato diagnosticato in oltre 14mila pazienti. In particolare, l’ademocarcinoma del pancreas, che è la neoplasia più comune tra quelle che colpiscono questo organo, è uno dei tumori a prognosi più infausta: rappresenta la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%. Ma quali sono i fattori di rischio? Come si cura? E qual è la sua sintomatologia? Come spiegato un approfondimento pubblicato sul portale di Humanitas, rinomato polo medico alle porte di Milano, il tumore al pancreas spesso non presenta sintomi specifici, soprattutto nelle fasi iniziali, e questo rende molto difficile individuare eventuali segni della sua presenza, con conseguente ritardo nella diagnosi.
La sintomatologia
Un sintomo precoce generalmente associato a questa neoplasia, come riferito dagli esperti dell’Humanitas, è la comparsa improvvisa di diabete, soprattutto in assenza di familiarità per questa malattia. Tra i sintomi con cui si manifesta il tumore del pancreas, segnalano, inoltre, l’ittero, ossia il colorito giallo della cute e degli occhi, che compare quando la bilirubina (una sostanza normalmente prodotta dal fegato che passa attraverso il pancreas per riversarsi nell’intestino), si accumula nel sangue. Generalmente l’ittero è accompagnato da urine di colore scuro e feci di colore chiaro. Quando la massa tumorale pancreatica comprime o infiltra i nervi circostanti, inoltre, può comparire anche dolore, spesso localizzato tra gli addominali superiori e la schiena. Se invece il tumore pancreatico comprime o irrita lo stomaco, i sintomi possono essere nausea, mancanza di appetito e perdita di peso.
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I possibili fattori di rischio
Tra i possibili fattori di rischio, gli specialisti segnalano, oltre al diabete, il fumo di sigaretta, che potrebbe addirittura triplicarne il rischio. Ma anche uno stile di vita non sano (con ridotta attività, alto consumo di grassi saturi e alimentazione povera di verdure e frutta fresca) e l’obesità o il sovrappeso. Il rischio aumenta, in particolare, dopo i 60 anni di età, e sembra essere maggiore tra chi ha casi di tumore al pancreas in famiglia o ha familiarità per malattie genetiche che possono aumentare il rischio di cancro, come la mutazione del gene BRCA2, la sindrome di Peutz-Jeghers, la sindrome di Lynch e il melanoma-nevo multiplo atipico familiare. Un altro possibile fattore di rischio è la presenza di pancreatiti, ovvero infiammazioni croniche del pancreas, in particolare le forme di pancreatite cronica ereditaria. Quanto alla prevenzione, non essendo ancora stati definiti dei fattori di rischio certi, dato che la causa di questo tumore è ancora sconosciuta, gli esperti consigliano l’astensione dal fumo, una dieta sana ed equilibrata (ricca di vegetali freschi) e attività fisica regolare.
Diagnosi e trattamento
Una volta diagnosticato, il trattamento del tumore del pancreas può prevedere chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie palliative, anche per la gestione dei sintomi, spesso tutte insieme. In generale, come segnalato dagli esperti dell’Humanitas, il trattamento per il carcinoma al pancreas deve essere multidisciplinare, integrato e personalizzato. Non tutti i pazienti sono candidabili all’asportazione, che viene eseguita in circa il 20-30% dei casi. Per questo, sono fondamentali anche i trattamenti medici, come la chemioterapia, mentre in altri casi è indicata la radioterapia.