Con questo termine si indica una situazione in cui esistono delle interazioni, tra elementi biologici e sociali, che alterano e modificano di continuo gli stati e le condizioni di salute
È ormai da più di un anno e mezzo che il mondo intero è alle prese con la pandemia di coronavirus Sars-CoV-2. Per gli esperti, tuttavia, il termine più corretto per descrivere la situazione che stiamo vivendo è un altro: sindemia. Di che cosa si tratta? E qual è la differenza tra pandemia e sindemia?
Con questa parola, meno gettonata, si indica una situazione in cui esistono delle interazioni, tra elementi biologici e sociali, che alterano e modificano di continuo gli stati e le condizioni di salute, talvolta incrementando la suscettibilità delle persone a possibili danni.
Le differenze tra pandemia e sindemia
Il termine pandemia indica la diffusione di un agente infettivo che può contagiare chiunque e in ogni luogo con la stessa rapidità e gravità. Nel caso della sindemia le cose si complicano, perché diventa necessario prendere in considerazione anche l’impatto delle altre malattie e delle differenze ambientali o socio-economiche. In questo contesto, le fasce svantaggiate della popolazione risultano a maggior rischio di patologie come obesità, diabete, malattie cardio-vascolari e respiratorie, che possono aggravare le conseguenze del Covid.
L’origine del termine
Il termine sindemia è stato ideato dall’antropologo Merrill Singer e nel corso degli anni è stato utilizzato da molti altri scienziati. L’approccio alla lotta alla malattia che porta con sé permette di studiare con maggiore efficacia la sua diffusione ed evoluzione all’interno di un specifico contesto sociale, politico e storico. Solo tenendo in considerazione tutti gli elementi diventa possibile elaborare delle strategie efficaci contro patologie come il Covid-19.
Emilio Gianicolo: “La Germania è alle prese con una sindemia”
Nel corso di una recente intervista a “Il Fatto Quotidiano”, l’epidemiologo Emilio Gianicolo ha dichiarato che “la Germania è alle prese con una sindemia”. L’esperto lavora presso l’Università di Mainz e nelle ultime settimane ha assistito con i propri occhi al deterioramento della situazione. “L’incidenza è in costante crescita da settembre, ma ci sono delle differenze tra le varie aree. In Baviera e in Sassonia la situazione è pessima, però alcune regioni, come la Renania-Palatinato, dove mi trovo, hanno dati migliori rispetto a quelli del Nord-est italiano”. Parlando di che cos’è andato storto, l’esperto ha spiegato che la risposta va cercata nella campagna vaccinale. “Un tema da affrontare è quali sono le categorie di persone che non si sono vaccinate. Da un nostro studio emerge maggiore resistenza al vaccinarsi nelle categorie socioeconomiche più svantaggiate. Abbiamo un problema come sanità pubblica nel raggiungere alcune fasce della popolazione per le quali la vaccinazione non è una priorità. Sappiamo per esempio che le terapie intensive sono prevalentemente occupate da persone con un passato migrante. Parliamo di sindemia nata nell’interazione tra pandemia e disagio socio-economico”.
Brusaferro: “Il benessere è inscindibile dalla crescita economica”
Anche Silvio Brusaferro, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha parlato di recente della differenza tra pandemia e sindemia. “Noi la chiamiamo pandemia, ma in realtà è una sindemia, un termine nuovo che sta a dire che ci troviamo in una situazione dove ci sono interazioni, tra elementi biologici e sociali, che alterano e modificano continuamente gli stati e le condizioni di salute e che possono incrementare la suscettibilità delle persone a possibili danni o anche peggiorare il loro stato di salute. È proprio questa interazione che ci lascia un insegnamento importantissimo per il presente e per il futuro, così come abbiamo visto che la salute il benessere del singolo e della comunità sono inscindibilmente collegati e ogni scelta individuale impatta anche su quella della comunità e viceversa. Inoltre, salute, benessere e crescita economica sono strettamente legati”.
Brusaferro ha spiegato che la sindemia “dev’essere gestita nei quartieri, nelle famiglie, nelle case”. “Sappiamo che non saremo mai del tutto al sicuro fino quando tutto il pianeta non sarà al sicuro”. Parlando dell’adesione alle misure che servono a contenere la circolazione del virus, Brusaferro ha sottolineato che “questa ha a che fare con la consapevolezza e la fiducia nel metodo scientifico e nelle istituzioni. Il ruolo in questo senso della formazione è fondamentale, come quello della tecnologia e della scienza”.