
Ipotermia, cosa fare quando la temperatura corporea scende sotto i 35°C: sintomi e rimedi
Le basse temperature possono nuocere al nostro corpo: infatti, in caso di abbassamento dei gradi interni, si rischia di subire gravi danni e anche di morire. Tra i primi effetti ci sono i geloni, che colpiscono estremità come mani, piedi e guance , e guariscono dopo 2/3 settimane

Le basse temperature fanno male all’organismo: come spiega anche l'Iss, in una pagina dedicata, possono provocare danni permanenti fino alla morte. Ma quando succede? Il fenomeno accade quando non si riesce a mantenere la temperatura corporea intorno ai 37°C e si ha un abbassamento al di sotto dei 35°C
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DIVERSI LIVELLI – Presenti diversi stadi: l’ipotermia lieve, quando la temperatura scende a 32°C. I sintomi sono pallore del viso e del corpo, battito cardiaco accelerato, dolori articolari e muscolari. C’è poi l’ipotermia moderata, quando la temperatura corporea può scendere fino a 26°C: si manifesta con uno stato di confusione o sonnolenza, aritmia e rigidità muscolare. Infine, c’è l’ipotermia grave, sotto i 26°C corporei. Le funzioni vitali risultano compromesse e compare perdita di coscienza e morte dovuta ad arresto cardio-respiratorio
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I RISCHI DEL CONGELAMENTO - Nell'ipotermia lieve e moderata il raffreddamento delle estremità, come mani e piedi, e lo scarso afflusso di sangue può portare al congelamento, vale a dire un danno alla pelle e ai tessuti molli causato dall'esposizione a temperature inferiori allo zero, per mancanza di ossigenazione e calore. I rischi possono essere molto gravi e portare alla cancrena, nelle circostanze peggiori, alla quale si può porre rimedio con terapia antibiotica o amputazione. A rischio sono naso, orecchie, dita delle mani e dei piedi, guance, mento e labbra
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I SINTOMI – I sintomi possono manifestarsi a diversi livelli: ci sono i geloni, lesioni della cute reversibili in 2-3 settimane, che si evidenziano all’inizio in una sensazione di freddo e dolore nell'area interessata. Altre possibili manifestazioni sono un lieve intorpidimento della zona colpita, dolore, intorpidimento, formicolio, pelle arrossata che diviene bianca, bruciore e gonfiore da accumulo di liquidi. Se non si interviene immediatamente il congelamento può peggiorare e i tessuti andare in cancrena (stato di morte delle cellule)
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E IN CASO DI RISCALDAMENTO? – In caso di successivo riscaldamento della pelle da uno stato di ipotermia, è possibile che ci possa essere dolore, gonfiore e cambiamento di colore, con la formazione di vesciche che, nei casi più gravi, tra le 24 e le 48 ore dopo il riscaldamento si possono riempire di sangue
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COSA LO PUÒ CAUSARE? – La causa più comune di congelamento è l'esposizione per lungo tempo a condizioni climatiche fredde: il rischio aumenta quando la temperatura scende al di sotto dei -15°C e può giungere anche in meno di 30 minuti. Il rischio aumenta anche se non si indossano abiti adeguati, se si resta fuori al freddo troppo a lungo o si è a contatto diretto con ghiaccio, metallo congelato o liquidi molto freddi. Possono accelerare il processo anche disidratazione, sudorazione eccessiva o diabete. Bambini e anziani i più a rischio

LA DIAGNOSI – Come si verifica un effettivo caso di congelamento? Per stabilirlo è necessaria una visita medica, visto che i primi segnali possono essere simili a quelli di lesioni non causate dal freddo. A tal proposito il medico può decidere di eseguire una radiografia, una scintigrafia ossea o una risonanza magnetica

LA TERAPIA – Per curare un caso di ipotermia è necessario essere tempestivi: in caso di abbassamento della temperatura corporea sotto i 35°C il primo soccorso deve ripristinare i gradi. Per questo è necessario portare la persona in un ambiente riscaldato e riparato da vento e umidità, chiamare un medico o i soccorsi per il trasposto in ospedale e, nell'attesa del loro arrivo, sostituire gli indumenti freddi o bagnati. Può servire inoltre somministrare bevande tiepide e massaggiare le parti interessate, al fine di riattivare la circolazione

PREVENZIONE E COMPLICAZIONI – Ma come prevenire tutto questo? È sufficiente avere vestiti caldi e di ricambio, limitare al massimo l’esposizione a possibili fonti di congelamento, nutrirsi e dissetarsi in modo adeguato e mantenersi in movimento. Sul lungo periodo le possibili complicazioni sono una maggiore sensibilità al freddo o anche rigidità articolare, perdita delle unghie, sudorazione eccessiva e anche infezioni, oltre al rischio di sviluppare nuovamente il congelamento
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