Intolleranza al lattosio, come diagnosticarla e a cosa stare attenti

Salute e Benessere

Paola Baruffi

Via libera a molti formaggi stagionati ma non a salami e prosciutti. Il lattosio spesso è dove non te lo immagini

Sono allergico al lattosio o intollerante al latte? Nessuna delle due espressioni ha senso ma vi sarà capitato di sentirle. Esiste l’intolleranza al lattosio ed esiste l’allergia al latte. Allergie e intolleranze sono per molte persone problemi seri ma di questi tempi seguire diete senza questo o quell’allergene è diventata una moda che non risparmia neanche latte e latticini. E la confusione regna sovrana.

“L’allergia al latte è una vera e propria allergia, dipende dalla caseina e se viene diagnosticata è necessario eliminare latte e latticini dalla nostra dieta” ci spiega la dottoressa Anna Villarini, nutrizionista dell’Istituto Nazionale dei Tumori.

Pe l’intolleranza è tutta un’altra storia. L’intolleranza secondo uno studio dell’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (Efsa), riguarda il 54 per cento della popolazione italiana. Più si va verso sud più i dati dell’intolleranza aumentano fino a arrivare a picchi del 70 per cento in regioni come la Sicilia.

“Intorno al sesto anno di vita il nostro organismo fa ridurre la produzione di un enzima che si chiama lattasi e che digerisce il lattosio. Quando nel nostro intestino arrivano delle sostanze mal digerite iniziano i problemi” continua la dottoressa Villarini.

 

I sintomi

I sintomi coinvolgono l’apparato gastro intestinale. I più classici sono gonfiore addominale, senso di pesantezza diarrea, stipsi, nausea. Ma spesso si manifestano anche sintomi atipici, non facilmente collegabili all’intolleranza. Eruzioni cutanee, afte, mal di testa, cistiti sono solo alcuni dei sintomi possibili.

A guidarci nel mondo dell’intolleranza al lattosio è Maria Sole Facioni, dottore di ricerca in Biologia Molecolare e presidente dell’Associazione Italiana latto Intolleranti (Aili). “Sottovalutare un’intolleranza può avere anche conseguenze gravi sulla vita di tutti i giorni. Alla nostra associazione sono stati riferiti anche casi di persone che sono arrivate a non poter più neanche uscire di casa, tanto i sintomi erano degenerati”.

L’intolleranza al lattosio può manifestarsi a qualsiasi età. Il declino nella produzione della lattasi può essere progressivo e potremmo scoprire di avere questo problema anche in età adulta.  Le forme in cui si manifesta sono tre. La più diffusa è quella genetica. Molto rara quella congenita, che riguarda i bambini che non sono in grado di digerire neanche il latte materno. Infine c’è una forma di intolleranza transitoria dovuta a cause diverse e quindi reversibile una volta individuato il problema.

Il lattosio che non ti aspetti

Alcuni formaggi sono naturalmente privi di lattosio. Grana padano e Parmigiano Reggiano sono formaggi garantiti da questo punto di vista. Anche il gorgonzola subisce un processo di fermentazione che elimina il lattosio e così alcuni pecorini. In genere è la stagionatura ad eliminare questo allergene, ma in caso di intolleranza prima di consumarli è bene controllare l’etichetta perché solo il produttore ci può garantire che non ci siano contaminazioni.

E se è vero che ci sono dei formaggi senza lattosio, è altrettanto vero che il lattosio si può trovare anche in molti prodotti che non hanno nulla a che vedere con il latte. “Il lattosio è uno zucchero –continua la dottoressa Facioni- e in quanto tale viene usato in molte preparazioni per renderne il gusto più dolce o più morbido”.

E così il lattosio può essere in molti salumi, nel dado, in alcune margarine che non siano 100 per cento vegetali, nelle patatine aromatizzate, nei cracker, nell’impasto della pizza e perfino in alcune tavolette di cioccolato fondente. L’elenco può essere molto lungo e comprende molti farmaci, “il lattosio è un ottimo eccipiente –spiega la dottoressa Facioni- e molte di quelle pastiglie bianche che si sfarinano schiacciandole contengono proprio lattosio”.  La regola per difendersi è sempre la stessa: leggete l’etichetta.

Come diagnosticare l’intolleranza

“Spesso vengono proposti dei test bufala che di solito sono molto costosi. Gli unici test scientificamente validi sono il breath test e il test genetico. Si tratta di due test complementari. Il breath test ci fornice una fotografia di come viene assorbito li lattosio in quel momento dal nostro fisico, mentre il test genetico ci rivela che tipo di intolleranza abbiamo.  In caso di dubbio è importante farli tutti e due e non fermarsi al breath test perché se scopriamo di non esser geneticamente intolleranti al lattosio significa che abbiamo un altro problema che deve essere indagato”.

Un aiuto per gli intolleranti

Esistono degli integratori di lattasi utili soprattutto quando non ti fidi di chi ha cucinato o non ci sono piatti i menù che garantiscano l’assenza di lattosio. Attenzione però, non si tratta di una cura ma di un semplice aiuto. L’unica cura possibile è una dieta corretta.

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