
Il dato indica la probabilità di trasmissione del virus in un valore numerico che mette in rapporto gli attuali sintomatici con i possibili nuovi contagi. Quando supera l’1 comincia a destare preoccupazione: significa che i casi sono in crescita

Si torna di parlare dell’indice di contagio Rt, dopo la preoccupazione per l’annuncio del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore Sanità che hanno fatto sapere che ha di nuovo superato la soglia dell’1 al livello nazionale assestandosi all’1,01
Coronavirus, lo speciale
La preoccupazione è destata dal fatto che quando l’Rt è superiore a 1 significa che il contagio è in crescita
Coronavirus, dal primo caso ai contagi: le tappe. FOTO
L’Rt stabilisce infatti l’indice di riproduzione di una malattia, ovvero il rapporto tra i contagiati attuali e i possibili nuovi contagiati
Covid 19, Iss: in Italia Rt di nuovo sopra l'1
Il valore Rt viene elaborato e valutato in un periodo congruo di tempo, per esempio a livello settimanale
La situazione in Italia: grafici e mappe
Un valore diverso da R0, di cui si parlava soprattutto all’inizio di questa pandemia
La diffusione globale in una mappa interattiva
Anche R0 identifica l’indice di riproduzione di un virus, ma solo nelle fasi iniziali, quando non sono ancora stati effettuati specifici interventi per il controllo del fenomeno infettivo

R0, come Rt, indica dunque la probabilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta e una suscettibile, tenendo conto del numero dei contatti della persona infetta e della durata dell'infettività

La definizione di Rt è dunque equivalente a quella di R0, con la differenza che Rt viene calcolato nel corso del tempo e serve a monitorare lo sviluppo della pandemia

R0 e Rt possono essere calcolati su base statistica a partire da una curva di incidenza di casi giornalieri

Bisogna tuttavia tenere conto di alcuni limiti di questo indice così utile per capire l’andamento della diffusione del virus

Il valore Rt rischia di essere sovrastimato in aree a bassa incidenza, dove un rialzo assoluto anche di scarsa entità può far impennare l’indice relativo

Bisogna inoltre tenere conto del fatto che Rt viene calcolato solo sui casi sintomatici, per questo potrebbe non corrispondere all’aumento dei casi generali

È per quest’ultima ragione che il valore può trovarsi a superare la soglia dell’1, anche diverse settimane dopo in cui si parla di un aumento dei casi totali

L’incongruenza tra questi due dati - l’aumento dei casi generali e l’indice Rt - non si verificava a inizio pandemia, quando sostanzialmente si diagnosticavano solo casi sintomatici

Adesso invece occorre considerare che gran parte dei nuovi positivi sono asintomatici o con sintomi molto lievi

Proprio perché effettuato solo sui casi sintomatici, l’Iss ha ammesso che l’Rt “pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale”

La ragione per cui si prendono in considerazione solo i casi sintomatici è perché costituiscono un dato più certo e più facilmente rintracciabile

Mentre l’individuazione dei casi asintomatici può variare molto dalla capacità di effettuare screening da parte dei dipartimenti, rischiando di fornire un dato che non rispecchia la realtà

Nonostante i limiti, l’indice Rt resta uno dei più solidi indicatori dell’evoluzione della pandemia, che permette meglio di altri di individuarne le fasi

Si può osservare infatti che sebbene il numero di casi attualmente è numericamente simile a quello della fase a cavallo del lockdown, la fase epidemiologica è completamente diversa osservando l'Rt, che resta ben lontano dalla quota 2, raggiunta nelle fasi più critiche