Covid, perché Astrazeneca ha ritirato il vaccino? Ci sono rischi? Domande e risposte

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Il ritiro del vaccino è stato motivato dalla mancanza di domanda e dall'eccedenza di vaccini aggiornati attualmente disponibili sul mercato. Ecco cosa sappiamo sui possibili effetti collaterali del vaccino Vaxzevria e perché l’annuncio dell’azienda non deve destare “nuove” preoccupazioni

 

La multinazionale anglo-svedese AstraZeneca ha iniziato il ritiro a livello mondiale del suo vaccino contro il Covid-19 Vaxzevria. Decisione motivata dalla mancanza di domanda e dall'eccedenza di vaccini aggiornati attualmente disponibili sul mercato, che al contrario del proprio, non aggiornato da tempo, sono più efficaci contro le nuove varianti del virus. L'annuncio del ritiro ha sollevato dubbi e preoccupazioni, specialmente in relazione alle teorie diffuse dalla narrazione No Vax, secondo cui la decisione potrebbe essere correlata a presunti problemi di sicurezza del farmaco. Ad incentivare questa ipotesi è la notizia che AstraZeneca, il mese scorso, ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari che il vaccino «in casi molto rari, possa causare sindrome da trombosi con trombocitopenia». L’ammissione “originaria” però, se così possiamo definirla, risale al 2021, quando l’azienda aveva modificato il bugiardino del vaccino, a seguito del pronunciamento dell’Ema, che aveva confermato la presenza del raro effetto collaterale: delle trombosi, di fatto molto rare, che come indicato a suo tempo “non determinano un cambio del rapporto rischi e benefici del vaccino”. Ecco cosa sappiamo sui possibili effetti collaterali del vaccino Vaxzevria e perché l’annuncio dell’azienda non deve destare “nuove” preoccupazioni.

Quando e perché il vaccino è stato ritirato?

La multinazionale anglo-svedese ha chiesto il ritiro del vaccino a vettore virale all’Unione Europea lo scorso marzo. Ritiro che è entrato in vigore da ieri, 7 maggio. “Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti di Covid-19, non c'è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria che di conseguenza non è più stato prodotto né distribuito. Non prevedendo una futura domanda, AstraZeneca ha pertanto deciso di ritirare l'autorizzazione all'immissione in commercio”, ha spiegato l’azienda.

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Cosa sappiamo dei possibili effetti collaterali?

Il Comitato di sicurezza dell'Ema si è occupato della possibile correlazione fra la somministrazione del vaccino Vaxzevria e alcuni casi molto rari di complicanze trombotiche nell’aprile 2021, in piena pandemia. Dall’analisi era emerso che i casi insoliti di trombi associati a una ridotta conta piastrinica “possono essere considerati come un effetto collaterale molto raro di Vaxzevria”. Tuttavia, i risultati delle valutazioni avevano rilevato che il bilancio rischio-beneficio del vaccino continuava ad essere positivo. In seguito al pronunciamento dell’Ema, l’azienda ha cambiato il bugiardo del vaccino, dove viene specificato che "è stata osservata molto raramente, in seguito alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, una combinazione di coaguli di sangue e livelli bassi di piastrine, in alcuni casi con sanguinamento". Secondo l’Ema, una spiegazione plausibile per questa combinazione è una risposta immunitaria che porta a una condizione simile a quella che si osserva talvolta nei pazienti trattati con eparina (trombocitopenia indotta da eparina, heparin-induced thrombocytopenia, Hit). Ma, come sottolineava l’Ema ad aprile 2021, “il Covid-19 è associato al rischio di ospedalizzazione e di morte. La combinazione di coaguli di sangue e piastrine basse è molto rara e i benefici complessivi del vaccino nella prevenzione di Covid-19 superano i rischi di effetti collaterali”.

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Chi lo ha ricevuto rischia qualcosa?

La maggior parte dei casi segnalati di trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino si è verificata tra i 7 e i 14 giorni successivi all’inoculazione del siero e principalmente in pazienti di sesso femminile sotto i 55 anni di età. Quindi chi ha ricevuto il vaccino AstraZeneca da diversi mesi o addirittura anni non corre rischi di svilupparla.

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