Si chiama idrossitirosolo ed è un composto dotato di forti proprietà antiossidanti, presente in abbondanza anche negli scarti di lavorazione. Grazie ad uno studio del Cnr è stato possibile sottolinearne il ruolo di anti-invecchiamento dei neuroni
L’olio extravergine d’oliva può aiutare a mantenere giovane il cervello. A dirlo è un team di ricercatori, guidati da Felice Tirone in collaborazione con Laura Micheli, Giorgio D’Andrea e Manuela Ceccarelli dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il quale è riuscito ad identificare il ruolo di anti-invecchiamento dei neuroni di un particolare componente presente nell’olio extravergine di oliva, ovvero l’idrossitirosolo, composto chimico vegetale dotato di forti proprietà antiossidanti. Così come spiega anche il portale di Humanitas, rinomato polo ospedaliero nel Milanenese, questo composto è uno dei responsabili del gusto leggermente amaro e piccante dell’olio extra vergine di oliva e con l'oleocantale e l'oleuropeina è ritenuto tra i principali protagonisti delle proprietà benefiche della dieta mediterranea. Insieme, tra l’altro, queste sostanze costituiscono i cosiddetti "polifenoli da olivo".
Gli effetti benefici per gli anziani
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista internazionale Faseb Journal e ha visto collaborare anche ricercatori dell’Università della Tuscia, ha dunque sottolineato, soprattutto per gli anziani, i particolari effetti benefici dell’idrossitirosolo, presente in abbondanza anche negli scarti di lavorazione. Per spiegare nel dettaglio come agisce il composto, i ricercatori del Cnr hanno spiegato che nel cervello dei mammiferi, specie nell’ippocampo (organo situato nella regione interna del lobo temporale), vengono prodotti nell’arco di tutta la vita nuovi neuroni. Tale processo è chiamato in gergo “neurogenesi” e per gli esperti risulta fondamentale per la formazione della memoria episodica. In particolare i nuovi neuroni dell’ippocampo vengono generati a partire da cellule staminali e quando l’organismo invecchia si verifica un calo progressivo di entrambi, situazione che è alla base proprio di una drastica riduzione della memoria episodica, ovvero la memoria di tutti gli avvenimenti della nostra vita, dunque un tipo di memoria a lungo termine. L’idrossitirosolo, presente naturalmente nell’olio extravergine di oliva, grazie alle sue capacità antiossidanti e protettive sulle cellule, riesce dunque a stimolare la neurogenesi adulta.
I dettagli dello studio
“L’assunzione orale di idrossitisolo per un mese conserva in vita i nuovi neuroni prodotti durante tale periodo, sia nell’adulto che ancor più nell’anziano, nel quale stimola anche la proliferazione delle cellule staminali, dalle quali vengono generati i neuroni”, ha spiega Tirone. “Inoltre l’idrossitirosolo, grazie alla sua attività antiossidante, riesce a ripulire le cellule nervose, perché porta anche ad una riduzione di alcuni marcatori dell’invecchiamento come le lipofuscine, che sono accumuli di detriti nelle cellule neuronali”, ha osservato ancora l’esperto. Per dimostrare la loro tesi, i ricercatori del Cnr hanno verificato, grazie ad un marcatore di attività neuronale (detto “c-fos”), che i nuovi neuroni prodotti in eccesso nell’anziano venissero effettivamente inseriti nei circuiti neuronali, “indicando così che l’effetto dell’idrossitirosolo si traduce in un aumento di funzionalità dell’ippocampo”, ha detto invece Laura Micheli. “La dose assunta quotidianamente durante la sperimentazione equivale alle dosi che un uomo potrebbe assumere con una dieta arricchita o con integratori, cioè circa 500 mg al giorno per persona). Comunque l’assunzione di idrossitirosolo avrebbe un’efficacia anche maggiore se avvenisse mediante consumo di un cibo funzionale quale è l’olio di oliva”, ha concluso l’esperta.
Un potenziale risvolto ecologico
In sintesi, questo studio e i risultati conseguenti confermano ancora una volta i già noti effetti benefici della dieta mediterranea, in particolare per le persone anziane e aprono a un potenziale risvolto ecologico. “I residui della lavorazione delle olive, molto inquinanti, contengono una grande quantità di idrossitirosolo: migliorare le procedure di separazione delle componenti buone nella lavorazione consentirebbe di ottenere idrossitirosolo e ridurre l’impatto nocivo”, hanno infine sottolineato i ricercatori.