Cervello, un mix di carboidrati e proteine può renderlo più longevo
Salute e BenessereÈ quanto emerge dai risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Sidney sull’ippocampo di alcuni topi da laboratorio
I risultati di una recente ricerca condotta dall’Università di Sidney suggeriscono che le diete ricche di carboidrati e povere di proteine potrebbero favorire un invecchiamento sano del cervello, incrementando così la longevità delle persone. "Al momento non ci sono trattamenti farmacologici efficaci per la demenza: è possibile rallentare questo tipo di malattie ma non fermarle, dunque l'identificazione di diete che possono influenzare il modo in cui il cervello invecchia è alquanto stimolante", spiega Devin Wahl, l’autore principale dello studio. La ricerca dell’Ateneo australiano, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Cell Reports, è la prima a dimostrare che le diete a basso contenuto proteico e che prevedono un apporto elevato di carboidrati possono portare al cervello dei vantaggi protettivi simili a quelli dei regimi alimentari ipocalorici, da tempo protagonisti degli studi sulla longevità.
La dieta di Okinawa
Secondo David Le Couteur, autore senior dello studio, questa tipologia di dieta è già stata adottata con successo da tempo in alcune zone del mondo, tra cui le isole Okinawa. "La dieta tradizionale di Okinawa in Giappone è composta per circa il 9% di proteine ed è caratterizzata dal consumo di pesce magro, soia, vegetali e pochissima carne bovina; una delle principali fonti di carboidrati è la patata dolce”, spiega l’esperto. In Giappone l’aspettativa media di vita è di 84 anni, tuttavia la maggior parte degli abitanti di Okinawa vive almeno fino a 100 anni. Sembra che il segreto della loro longevità vada proprio cercato nella tipica dieta che seguono giorno dopo giorno.
Gli effetti della dieta sull’ippocampo
Per dimostrare l’efficacia di un regime alimentare simile a quello seguito dagli abitanti di Okinawa, i ricercatori hanno alimentato dei topi da laboratorio con dei carboidrati complessi derivati dall’amido e con delle proteine della caseina del formaggio e del latte. Hanno poi valutato le conseguenze di questa dieta sull’ippocampo, l’area del cervello responsabile dell’apprendimento e della memoria. "Solitamente l'ippocampo è la prima parte del cervello a deteriorarsi a causa di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer”, spiega David Le Couteur. “La dieta ricca di carboidrati e con poche proteine sembra promuovere salute e biologia dell'ippocampo nei topi, dimostrandosi talvolta persino più efficace di un regime alimentare ipocalorico”. I test di memoria spaziale e mnemonici a cui sono stati sottoposti i topi hanno evidenziato dei modesti miglioramenti.