I ricercatori della Stanford University School of Medicine sconsigliano di consumare latte e cereali; picchi di zucchero anche nei non diabetici
Il diabete è un problema crescente in tutto il mondo: a quasi 30 milioni di persone, ovvero al 10% della popolazione degli Stati Uniti, è stata diagnosticata questa malattia cronica.
Gli attuali metodi comunemente usati per tenere sotto controllo il livello di glucosio presente nel sangue hanno delle grandi limitazioni, in quanto, fanno affidamento su misurazioni a singolo tempo, che impediscono al paziente un reale controllo della variazione di glucosio.
L’importanza dell’alimentazione
Uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology, rileva l’importanza, anche per gli individui che si ritengono in buona salute, di prestare attenzione alla propria alimentazione. Dalla ricerca, sembra infatti emergere che i picchi di zucchero nel sangue, tipici del diabete, si verificano largamente anche nelle persone non affette da questo tipo di patologia.
I ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno usato il sistema di monitoraggio continuo del glucosio (CGM) per valutare la frequenza con cui i soggetti presi in esame mostravano effettivi aumenti del glucosio postprandiale. L’esperimento, della durata di 2 settimane, è stato realizzato su 57 soggetti senza una precedente diagnosi di diabete.
“Abbiamo osservato che ci sono molte persone che hanno picchi di livelli di glucosio e non lo sanno nemmeno”, ha commentato Michael Snyder, professore di genetica a Stanford e autore senior dello studio.
Non esistono cibi ideali per eliminarlo
Nello studio i ricercatori hanno monitorato i diversi effetti nella concentrazione di glucosio, partendo da tre modelli di colazioni differenti: latte e cornflakes, sandwich al burro di arachidi e barretta proteica.
La buona parte dei soggetti, i cui precedenti test glicemici non avevano dato reali preoccupazioni, ha invece raggiunto gli stessi livelli di zuccheri presenti nelle persone prediabetiche o diabetiche. In particolare, nell’80% dei partecipanti si è verificato il picco glicemico subito dopo l’assunzione di latte e cereali.
“Questo studio conferma che il diabete è una malattia molto insidiosa, che negli stadi iniziali è difficile da diagnosticare, seppure anche in questa fase sia molto pericolosa”, spiega Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid). È importante sottolineare, per concludere, che non esistono cibi ideali che possano garantire l’eliminazione dei picchi glicemici; è però opportuno, a detta di Purello, che i pazienti abbiano la possibilità sia di poter adottare una terapia personalizzata che di aver a disposizione un buon metodo di misurazione.