Health, radiologia medica: 130 anni di immagini che salvano vite

Salute e Benessere
Raffaella Cesaroni

Raffaella Cesaroni

Sono passati 130 anni dalla scoperta dei raggi X da parte di Wilhelm Röntgen: un’innovazione che ha trasformato la medicina, aprendo la strada a una disciplina oggi centrale in quasi tutti i percorsi di diagnosi e cura

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La radiologia medica è diventata un pilastro clinico, capace di integrare tecnologia, appropriatezza e competenza per migliorare gli esiti dei pazienti, dalla prevenzione oncologica alle terapie mini‑invasive. In Italia, questo ruolo è sostenuto e sviluppato dalla SIRM – Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, una delle principali società scientifiche europee con oltre 12.000 soci, attiva nella ricerca, nella formazione ECM e nella definizione di linee guida e documenti deontologici per l’“atto medico radiologico”.

Gli ospiti e il focus della puntata

Nella puntata di Health abbiamo approfondito la figura del medico radiologo e il suo ruolo crescente nei percorsi diagnostico‑terapeutici con la Professoressa Nicoletta Gandolfo, Presidente Nazionale SIRM e Direttore del Dipartimento Immagini ASL3 di Genova e con il Professor Luca Brunese, Presidente eletto SIRM. Con loro abbiamo approfondito i quesiti chiave: evoluzione storica e clinica della radiologia, ruolo del radiologo nei percorsi diagnostici (ospedale e territorio), centralità in oncologia, adesione agli screening, sviluppo della radiologia interventistica, contributo alla medicina sportiva guardando a Milano‑Cortina 2026, missione SIRM su prevenzione e diagnosi precoce. (SISTEMA SALUTE, IL NUOVO APPUNTAMENTO DI SKY TG24)

Dalla “disciplina invisibile” al ruolo clinico centrale

Negli ultimi anni la radiologia è passata da “interprete di immagini” a protagonista dei percorsi clinici, sostenendo la medicina di precisione con competenze che vanno dall’appropriatezza prescrittiva alla valutazione integrata del paziente. A ricordarlo è la Presidente Gandolfo che chiama la comunità scientifica a investire su formazione, visione e responsabilità per costruire i radiologi del futuro.

Il radiologo nei percorsi oncologici

La diagnostica per immagini in oncologia è una sezione di studio SIRM che coordina linee di ricerca e formazione, segno della centralità del radiologo nelle fasi di prevenzione, diagnosi, staging, follow‑up e valutazione della risposta ai trattamenti. 

  • Seno: la SIRM sollecita l’uniformazione della mammografia a 45 anni in tutte le Regioni e campagne per alzare le adesioni, fondamentali perché la diagnosi precoce cambia gli esiti. La posizione è stata ribadita da Gandolfo e Brunese alla luce di dati che mostrano una quota rilevante di tumori in età sotto i 40 anni.
  • Polmone e Prostata: al 51° Congresso SIRM è emersa la prospettiva di estendere gli screening ai forti fumatori per il polmone (TC a bassa dose) e agli uomini fino a 70 anni per la prostata (PSA), sulla scia delle raccomandazioni europee.

TC a bassa dose nel polmone: beneficio documentato

Studi clinici mostrano che la TC toracica a basso dosaggio riduce la mortalità del 20% nei forti fumatori, aumentando le diagnosi in fase precoce e candidando più pazienti a interventi meno invasivi e terapie innovative. La SIRM sottolinea l’urgenza di programmi strutturati e campagne di informazione per superare le basse adesioni.

Terapie mini‑invasive che cambiano i percorsi di cura

La radiologia interventistica consente procedure mini‑invasive guidate dall’imaging, con minori complicanze, degenze ridotte e impatto economico più basso sul SSN, vantaggi documentati anche al 42° Convegno Nazionale della sezione SIRM dedicata. La crescita di queste tecniche procede insieme all’integrazione multidisciplinare e alla necessità di percorsi organizzativi.

Medicina sportiva: verso Milano‑Cortina 2026

La SIRM sta lavorando con il CONI per sostenere la diagnostica per immagini a favore degli atleti olimpici (RX, ecografia, TAC, RM), con formazione mirata ai traumi sportivi e un accordo operativo in vista delle Olimpiadi Milano‑Cortina 2026. Un progetto che valorizza l’expertise italiana e rafforza la presenza del radiologo nei team multidisciplinari dello sport.

Prevenzione e formazione continua

L’Italia della radiologia è un’eccellenza riconosciuta: rete scientifica ampia, formazione continua, collaborazione con istituzioni e società cliniche e un forte impegno civile nella prevenzione oncologica e nella diagnosi precoce. Dalla “invisibilità” alla indispensabilità, il radiologo è oggi al centro delle decisioni cliniche, con responsabilità chiare sancite dall’atto medico radiologico SIRM.

La puntata di Health ha mostrato come la radiologia medica - dai raggi X alla radiomica, dalla diagnosi precoce alle terapie mini‑invasive - sia oggi indispensabile per una sanità più efficace, equa e sostenibile. Un’eccellenza italiana che punta su prevenzione, formazione e integrazione multidisciplinare per accompagnare i pazienti lungo tutto il percorso di cura.

Umanizzazione delle cure in oncologia: la sfida etica e organizzativa

Dopo aver raccontato il ruolo cruciale della radiologia medica, la puntata di Health ha aperto una finestra su un tema che sta ridefinendo il futuro della sanità: l’umanizzazione delle cure, con particolare attenzione all’oncologia. Un approccio che supera la logica della prestazione tecnica per mettere al centro la persona nella sua interezza, lungo tutto il percorso di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Questa visione è stata al centro degli Stati Generali per l’Umanizzazione delle Cure Oncologiche, che si sono tenuti il 4 e 5 dicembre, seconda tappa di un percorso iniziato con la Carta di Udine. A Lecce è stato presentato il Manifesto per il Paziente Oncologico, un documento che traduce in azione i principi fondativi: centralità della persona, continuità di cura, benessere organizzativo, tecnologia al servizio dell’uomo, sostenibilità e resilienza. Non un elenco di buone intenzioni, ma una strategia concreta per trasformare il paradigma: dalla cura della malattia alla cura della persona. 

Il Professor Massimo Robiony dell’Università di Udine, Delegato del Rettore per l’Umanizzazione delle Cure, ha sottolineato che l’umanizzazione è «un concetto concreto che traduce valori in azione»: integra competenze cliniche e relazionali, innovazione tecnologica e governance sostenibile e si misura su quattro pilastri: visione e organizzazione, ricerca, formazione, valutazione. È la strada per un Servizio Sanitario Nazionale orientato al valore, capace di garantire equità di accesso e percorsi integrati tra ospedale e territorio.

A Lecce il Professor Francesco Schittulli, Presidente Nazionale LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, ha ribadito il ruolo della prevenzione e della presa in carico globale come parte di una sanità «più giusta, equa e sostenibile». LILT, con oltre un secolo di storia, è stata protagonista dell’evento come cerniera tra istituzioni, professionisti e società civile, promuovendo una rete che unisce ricerca, formazione e progetti territoriali. Il messaggio è chiaro: umanizzare la cura oncologica significa accogliere la storia del paziente, ascoltare la sua voce, garantire equità, ridurre le disuguaglianze e sostenere chi cura e chi è curato. Significa anche investire in ricerca, formazione e innovazione responsabile, mettendo la tecnologia – inclusa l’AI – al servizio della relazione umana.

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