Sclerosi multipla, virus mononucleosi possibile causa d'insorgenza nei bimbi: lo studio

Salute e Benessere
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Introduzione

Come evidenzia una ricerca condotta dall’ospedale Bambino Gesù di Roma e pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Neurology, il virus di Epstein-Barr (Ebv) che innesca la cosiddetta “malattia del bacio” ha un impatto diretto sulla manifestazione della sclerosi multipla nei pazienti in età pediatrica. Ecco perché.

Quello che devi sapere

Che cos’è la sclerosi multipla

Ma cos'è la sclerosi multipla? Si tratta di una malattia infiammatoria che colpisce il sistema nervoso centrale. La maggior parte dei casi insorge in età adulta ma circa un paziente su 10 mostra i primi sintomi sotto i 17 anni.

 

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Quasi 3 milioni di casi nel mondo

Come evidenziano i dati dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), sono circa 144mila le persone in Italia affette dalla patologia. Ad essere colpite sono soprattutto le donne in età tra i 20 e i 40 anni. Nel mondo si registrano 2,8 milioni di casi con una diffusione maggiore nelle zone più lontane dall’Equatore, dal Nord Europa a Stati Uniti, Australia meridionale e Nuova Zelanda.

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Le cause della malattia

Negli ultimi anni, la ricerca medica si è concentrata sull’individuazione delle cause scatenanti della sclerosi multipla che in parte restano ancora ignote. Tra gli scienziati si fa strada l’ipotesi che fattori genetici e ambientali come appunto le infezioni virali possano contribuire alla sua insorgenza.

Trattamento della patologia

Ad oggi non esistono terapie definitive per debellare la sclerosi multipla ma grazie ai progressi compiuti dalla ricerca sono numerosi i trattamenti che riducono l’incidenza e la gravità degli attacchi. Un intervento tempestivo dopo l’insorgenza dei primi sintomi può risultare cruciale per rallentare il decorso.

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Perché si dice "malattia del bacio"

Per quanto riguarda il virus che porta alla mononucleosi, il principale fattore di trasmissione è la saliva, motivo per il quale negli anni la patologia si è guadagnata l’appellativo di “malattia del bacio”. Il contagio può avvenire tuttavia anche attraverso il contatto diretto con oggetti contaminati come giocattoli, posate e bicchieri. 

9 persone su 10 incontrano la mononucleosi

Ad essere colpiti dalla mononucleosi sono in misura maggiore i bambini considerata la facilità con cui avviene lo scambio di oggetti contenenti saliva infetta durante il gioco. I dati pubblicati da Fondazione Veronesi stimano che circa la metà dei piccoli sotto i 5 anni contrae la patologia e il 90% della popolazione incappa nella “malattia del bacio”, spesso senza sintomi, nel corso della propria vita. L’incubazione dura tra i 30 e i 50 giorni e anche dopo la fase acuta il virus può essere rilasciato in piccole quantità.

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Oltre 200 pazienti attenzionati

Lo studio, durato due anni e reso possibile da una collaborazione tra l’Unità di Neurologia dell'ospedale Bambino Gesù e il dipartimento di Neuroscienze dell’università La Sapienza di Roma, ha coinvolto in totale 219 pazienti tra i 6 e i 17 anni. Nei soggetti esaminati che erano affetti da sclerosi multipla, circa un terzo del campione (57), i ricercatori hanno riscontrato una positività del 100% al virus della mononucleosi, spesso presente in forma asintomatica.

Gli esiti della ricerca

A corroborare il dato sono state le analisi che hanno rilevato la presenza di anticorpi specifici contro l’Eby. Mentre il 59% dei pazienti non affetti da sclerosi multipla mostra segni di un’infezione passata del virus. 

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Fattore di rischio

Obiettivo primario della ricerca condotta dal nosocomio capitolino è quello di aprire la via a nuove strategie di prevenzione, a partire dall’introduzione di vaccini tarati sui pazienti in età pediatrica. Come spiega il neurologo Gabriele Monte, primo firmatario dello studio, "la relazione tra l'infezione di Epstein-Barr e insorgenza della sclerosi multipla prima dei 18 anni “appariva piuttosto dubbio” a differenza dell’età adulta dove il nesso è accettato dalla comunità scientifica. "I nostri risultati, invece, confermano che si tratta di un fattore di rischio fondamentale anche nel bambino e nell'adolescente", spiega Monte.

Verso un vaccino mirato?

Per Massimo Valeriani, responsabile di Neurologia dello Sviluppo del Bambino Gesù, l’individuazione delle cause che innescano la sclerosi multipla è fondamentale “per poter sviluppare trattamenti mirati e strategie di prevenzione efficaci”. Secondo il coordinatore dello studio, i risultati emersi rafforzano la possibilità che un vaccino contro la mononucleosi “possa avere un impatto significativo sulla riduzione dell'incidenza della sclerosi multipla nei più giovani".

 

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