Primo morto per overdose di nitazeni: cosa sono e perché preoccupano più del Fentanyl
Salute e BenessereIntroduzione
Un uomo di circa 30 anni di Brunico, in provincia di Bolzano, è morto per overdose da nitazeni, un nuovo potente oppioide sintetico. È il primo caso accertato in Italia. Il decesso risale a un anno fa, ma la notizia è emersa solo ora, dopo l’arresto del presunto pusher da parte dei Carabinieri di Brunico. L’episodio si inserisce in un quadro più ampio che desta crescente attenzione anche tra gli esperti. Proprio nelle scorse settimane, durante il congresso della Società italiana di Tossicologia (Sitox) “Antidotes in Depth 2025 - Clinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemical Emergencies”, gli esperti hanno segnalato come in Europa stia aumentando l’abuso di nitazeni, sostanze potenti che spesso non vengono rilevate dai test ospedalieri tradizionali. Ecco nel dettaglio cosa sono i nitazeni e perché preoccupano ancor più del fentanyl.
Quello che devi sapere
Le indagini sul primo decesso a Brunico
In un primo momento, ha spiegato il procuratore di Bolzano Axel Bisignano, non si sospettava una morte per overdose, a causa dell'assenza di siringhe, sigarette o altre tracce di stupefacenti. Per questo motivo si supponeva un arresto cardiocircolatorio dovuto a cause naturali. Solo successivamente, grazie a un’indagine complessa con il coinvolgimento del Ris di Roma per le analisi chimiche e un coordinamento a livello europeo, è stato possibile individuare la causa reale del decesso.
Un campanello d’allarme in Alto Adige
Il procuratore Bisignano ha parlato di “un significativo campanello d’allarme” in Alto Adige, con 35 segnalazioni correlate a questa sostanza stupefacente", spesso acquistata nel dark web. Bisignano, durante la conferenza stampa, ha messo in guardia dalla pericolosità di queste nuove droghe. "Si tratta di una bomba, molto più potente del Fentanyl", ha ribadito.
L’allarme lanciato dagli esperti
In Europa è in aumento l’abuso di questa particolare categoria di oppioidi sintetici, che spesso sfuggono ai comuni test ospedalieri e "stanno causando un numero crescente, seppure non marcato, di intossicazioni acute”. L’allarme arriva dal congresso della Società Italiana di Tossicologia (Sitox), svoltosi a fine settembre all’Irccs Maugeri di Pavia. Secondo gli esperti, oggi in Europa circolano oltre 1.050 nuove sostanze psicoattive, molte delle quali non vengono rilevate dai test di laboratorio. "Le nuove droghe arrivano prima della legge, prima della prevenzione e spesso prima della consapevolezza dei consumatori", ha riferito Carlo Locatelli, past president Sitox e direttore dell'Unità operativa tossicologia, Centro antiveleni e centro nazionale di informazone tossicologica, del Maugeri. "Quello che stiamo osservando è inquietante", ha aggiunto. "Nuove droghe sintetiche causano intossicazioni rapidissime, spesso non riconoscibili dai test standard, e possono portare all'insufficienza respiratoria o a danni neurologici permanenti in poche ore". Per questa ragione, ha sottolineato il presidente Sitox Orazio Cantoni, "è prioritario ribadire l'importanza della rete dei centri antiveleni italiani, capaci di monitorare in tempo reale la comparsa di nuove sostanze, condividere esperienze cliniche e aggiornare protocolli terapeutici, accorciando i tempi tra diagnosi e intervento".
Cosa sono i nitazeni
Un articolo pubblicato recentemente su The Conversation, ha definito i nitazeni “l'ultima, letale evoluzione nella crisi degli oppioidi sintetici”, sottolineando che sono “dieci volte più potenti del Fentanyl”. Queste sostante furono messe a punto negli anni ’50 dall’azienda farmaceutica Ciba-Geigy come potenziali antidolorifici, ma non vennero mai commercializzate a causa dei gravi rischi per la sicurezza. Si tratta infatti di oppioidi con un potere analgesico superiore alla morfina. Dopo decenni di oblio, sono riapparsi a partire dal 2019, quando in diversi Paesi (tra cui gli Stati Uniti e la Cina, principale produttore) sono stati introdotti controlli più rigidi sulla produzione di fentanyl e dei suoi analoghi. Oggi i nitazeni circolano in diverse forme: liquida, in pillole o in polvere, e possono essere letali anche in quantità molto ridotte.
Origine e diffusione
I nitazeni agiscono sugli stessi recettori del Fentanyl e della morfina, ma con un’efficacia e potenza molto più elevata: alcuni composti risultano fino a 60 volte più forti del fentanyl e centinaia di volte più della morfina. Nel 2024 la loro presenza è stata segnalata in Europa, Asia, Nord e Sud America e Oceania, con l’Europa considerata come l’area più colpita. A differenza del fentanyl, che si è diffuso principalmente attraverso il Messico e gli Stati Uniti, i nitazeni provengono direttamente dall’Asia, dove vengono prodotti e distribuiti tramite canali multipli e difficili da controllare.
Difficili di individuare e contrastare
Uno dei principali problemi è la difficoltà di contrastare gli effetti di un’overdose da nitazeni. Come spiegato in uno studio pubblicato sulla rivista Pain Medicine, il naloxone, il farmaco usato per bloccare l’effetto di eroina, morfina e Fentanyl, non è altrettanto efficace su queste molecole: “Dati preliminari, per lo più provenienti da studi su animali, suggeriscono che potrebbero essere necessarie dosi più elevate di naloxone per invertire gli effetti dei nitazeni, a causa della loro potenza”.
Inoltre, i nitazeni spesso non vengono rilevati nei test tossicologici di routine, poiché vengono assunti in quantità molto basse e le loro formule chimiche variano spesso, rendendo complicata la loro identificazione. Spesso sono anche mescolati ad altre droghe o pillole contraffatte, rendendoli di fatto “invisibili”.
Un'emergenza sanitaria
“Molte persone che consumano nitazeni non sanno nemmeno di assumerli”, ha riferito Shravani Durbhakula, professore di Anestesiologia presso la Vanderbilt University di Nashville e tra gli autori dello studio. “Queste sostanze sono spesso presenti in pillole vendute come altri oppioidi, dunque informare le persone dei rischi è più importante che mai. Non si tratta solo di un problema di droga, ma di un'emergenza sanitaria pubblica. Per affrontarla sarà necessaria la collaborazione tra medici, funzionari della sanità, forze dell'ordine e organizzazioni politiche al fine di attuare strategie di riduzione del danno, sostenere il trattamento delle dipendenze e sensibilizzare l'opinione pubblica su queste minacce in continua evoluzione”. Gli autori raccomandano di ampliare l’accesso alle strisce reattive in grado di individuare i nitazeni, oltre a favorire l’accesso ai percorsi di cura per le dipendenze e a programmi di informazione sulle pillole contraffatte.