Giovani connessi e più vulnerabili: un giovane su 4 incontra solo on-line. I dati

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Oltre la metà dei giovani trascorre più di tre ore al giorno online, uno su due utilizza l'intelligenza artificiale per fare i compiti e quasi un quarto ha incontrato persone conosciute solo su internet. L'indagine statistica, presentata a Roma, è stata condotta su un campione di ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto sociale “Educyber Generations”

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Da un'indagine statistica presentata oggi a Roma e condotta da MOIGE-Istituto Piepoli sui rischi legati all'uso di internet da parte delle nuove generazioni, è risultato che un giovane su quattro ha incontrato persone conosciute solo online, che il 23% è stata vittima o testimone di cyberbullismo e che più del 50% usa l'AI ogni giorno e rimane online per più di tre ore. Il campione, effettuato su ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 18 anni, è stato rilevato a metà anno del 2025 su 1.546 studenti di medie e superiori. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto sociale “Educyber Generations”, promosso dal  Movimento Italiano Genitori e sostenuto da Enel Cuore, la Onlus del Gruppo Enel, in collaborazione con Polizia di Stato, ANCI, Google, Poste Italiane e con il contributo del Fondo di Beneficenza e opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo per l’iniziativa “Nonno clicca qui”.

I risultati della ricerca

Abitudini digitali e tempo online

Più della metà dei ragazzi (55%) trascorre almeno tre ore al giorno online al di fuori della scuola, e il 14% supera le cinque ore quotidiane. Lo smartphone domina come principale strumento di connessione (93%), seguito a grande distanza da laptop e tablet. Questi dati confermano che la vita digitale è una componente strutturale della quotidianità dei giovani, e non un’attività occasionale. Il tempo prolungato online genera criticità: il 43% dei ragazzi riceve frequenti richiami dai familiari per l’uso eccessivo dei dispositivi, mentre solo il 22% riesce a stare lontano dagli strumenti digitali senza provare ansia.

 

Social network e identità digitale

I social network sono il principale luogo di socializzazione dei giovani: il 94% del campione li frequenta regolarmente. WhatsApp domina con l’87% di utilizzo, seguito da TikTok (58%), Instagram (57%) e YouTube (55%). Il 64% si dichiara molto o abbastanza attivo sui social, mentre il 63% usa sempre o spesso la propria vera identità. La percentuale di chi gestisce un proprio canale o account per pubblicare video è pari al 17%, indicando che una minoranza produce contenuti attivi, mentre la maggioranza resta fruitrice. Le relazioni virtuali sono supplementari a quelle reali: ben il 91% dichiara di avere più amici nel mondo reale che online, ma la gestione della propria identità digitale e l’esposizione dei contenuti restano criticità da monitorare.

 

Relazioni online e comportamenti a rischio

Le relazioni con sconosciuti online evidenziano vulnerabilità significative: il 30% accetta richieste di amicizia da persone mai conosciute, e il 23% ha incontrato di persona qualcuno conosciuto solo online, con il picco del 31% tra i 15-17enni. La condivisione di dati sensibili resta limitata (solo il 5% fornisce regolarmente informazioni private), ma la presenza di comportamenti a rischio, seppure minoritaria, è allarmante. Sexting, revenge porn e diffusione di contenuti personali rimangono fenomeni marginali, ma il rischio legato alla scarsa consapevolezza e all’interazione con sconosciuti richiede interventi mirati.

 

Fake news e capacità critica

La capacità di discernere informazioni affidabili non è ancora diffusa: solo il 35% considera attendibile ciò che legge online, mentre il 52% verifica sempre le notizie prima di credervi. Nonostante questo, il 48% dei ragazzi è caduto almeno occasionalmente vittima di fake news, un dato che evidenzia l’urgenza di sviluppare competenze di alfabetizzazione digitale. Le fonti principali di informazione rimangono la famiglia e gli adulti di riferimento (34%), la televisione (25%) e il web/social (23%). Solo il 5% utilizza esclusivamente Internet, mentre la capacità di riconoscere i deepfake è dichiarata dal 70%, evidenziando un bisogno di formazione più strutturata.

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Sicurezza digitale, cyberbullismo e intelligenza artificiale

Uso dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è entrata profondamente nella vita dei giovani: il 51% la utilizza regolarmente, con un picco del 71% tra gli studenti delle superiori. Per quanto riguarda lo studio, il 29% la usa sempre o spesso per fare compiti, percentuale che sale al 54% tra i 15-17enni. Tuttavia, solo il 21% ha ricevuto formazione adeguata sui rischi e le opportunità dell’IA, mentre il 33% ha ricevuto informazioni errate dagli strumenti. Questo divario formativo espone i ragazzi a un uso superficiale e potenzialmente rischioso dell’intelligenza artificiale, sottolineando l’urgenza di percorsi educativi mirati.

 

Privacy e sicurezza digitale

La protezione della privacy è parziale: solo il 47% discute regolarmente delle impostazioni di privacy con adulti di riferimento, e solo il 47% ha attivato filtri per limitare contenuti inappropriati. Il 49% dei ragazzi ritiene che i social non proteggano adeguatamente i dati dei minori, mentre solo il 10% esprime fiducia nelle misure adottate dalle piattaforme. La gestione della sicurezza digitale resta quindi una criticità concreta, che richiede interventi mirati da parte di famiglie, scuola e istituzioni.

 

Cyberbullismo e comportamenti scorretti

Il cyberbullismo colpisce direttamente una quota significativa di ragazzi: il 7% dichiara di essere stato vittima, e il 16% di aver assistito a episodi come testimone. Complessivamente, quasi un quarto dei giovani è stato coinvolto, direttamente o indirettamente, in episodi di violenza online. I comportamenti scorretti più diffusi includono esclusioni da gruppi, pettegolezzi, insulti e hate speech: il 29% ha subito o assistito a tali episodi, e un ulteriore 36% segnala che avvengono occasionalmente. Solo il 12% interviene a difesa della vittima e il 5% segnala l’accaduto a un adulto, mentre il 7% non fa nulla. La conoscenza delle conseguenze legali è presente nel 73% dei ragazzi, ma resta critica la gestione pratica di questi eventi.

 

 

 

 

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Il ruolo della famiglia e delle istituzioni

Il ruolo educativo della famiglia mostra criticità evidenti: il 45% dei genitori impone regole sull’uso dei dispositivi, ma questa supervisione diminuisce con l’età dei figli. Solo il 16% dei ragazzi ritiene utili corsi specifici sulla sicurezza digitale, mentre il 56% indica come strumenti di protezione più efficaci il dialogo con adulti di fiducia e regole condivise.

A scuola, solo il 21% riceve informazioni approfondite sui rischi dell’IA, evidenziando la necessità di una alleanza educativa più forte tra famiglia, scuola e istituzioni.

“Educyber Generations”

L’obiettivo del progetto è educare e responsabilizzare i giovani sull’uso sicuro e consapevole del digitale e dell’intelligenza artificiale, promuovendo un dialogo intergenerazionale che aiuti ragazzi e adulti a comprendere rischi e opportunità del mondo connesso. 

L'evento di presentazione a Roma

L'evento è stato coordinato da Antonio Affinita, cofondatore e direttore generale del Moige: "È necessario un impegno condiviso di genitori, istituzioni e operatori tecnologici per guidare i ragazzi in un percorso di educazione digitale che non si limiti a imporre divieti, ma li aiuti a comprendere, scegliere e utilizzare in modo responsabile gli strumenti del futuro" ha commentato. Durante l'incontro sono intervenuti: Livio Gigliuto, presidente esecutivo dell'Istituto Piepoli, Maurizio Gasparri, senatore e Presidente del Gruppo di Forza Italia, Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Ivano Gabrielli, Direttore Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, Elena Bonetti, parlamentare, Presidente della Commissione d’Inchiesta sugli Effetti Economici e Sociali della Transizione Demografica, Lavinia Mennuni, senatrice della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti – CNU AGCOM, Veronica Nicotra, Segretario Generale ANCI, Fabrizio Iaccarino, Responsabile Affari Istituzionali Enel e Consigliere di Enel Cuore, Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italia, Andreana Esposito, Responsabile Sviluppo Sostenibile di Gruppo di Poste Italiane, Angelica Massera, content creator e testimonial dell’iniziativa. È stata, inoltre, premiata una delegazione di 45 giovani ambasciatori che si sono distinti per il loro impegno nello scorso anno scolastico, provenienti dai seguenti istituti di istruzione: IC Plinio il vecchio di Cisterna di Latina (LT), Istituto Pirelli di Roma (RM) e dell'Istituto Comprensivo Via N. M. Nicolai di Roma (RM).

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