Aumentano i casi di Covid e arriva l’influenza. Gli esperti: “I vaccini salvano la vita”

Salute e Benessere
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Introduzione

Mentre le nuove infezioni da coronavirus sfiorano quota 3mila, spinte dalla diffusione della variante Stratus (XFG), si apre la stagione influenzale 2025-2026. L’appello degli esperti sanitari resta sempre lo stesso: vaccinarsi. Come evidenzia Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie Infettive presso l'Università Tor Vergata di Roma, l’esitazione nel farlo sta infatti avendo “un impatto negativo sulle infezioni delle vie respiratorie prevenibili”. Ogni anno, dice, “in Italia almeno 8mila decessi sono legati a virus influenzali"

Quello che devi sapere

Stagione influenzale, 1 italiano su 4 sarà colpito

A metà settembre il quadro è dunque il seguente: aumentano i casi di Covid-19 e in parallelo sbucano i primi episodi influenzali. Cosa dobbiamo aspettarci per i mesi a venire? Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco la situazione sarà più o meno la stessa dello scorso inverno, con “un coinvolgimento dal 15% al 25% della popolazione, quindi fino a 1 italiano su 4 colpito da sindromi simil-influenzali

 

Per approfondire: Virus influenzale, l'Aifa approva 11 vaccini per la stagione invernale: ecco quali sono

Influenza, virus sinciziale e Covid: il “mescolone” dell’inverno

Pregliasco precisa all’Adnkronos che anche nei mesi invernali che abbiamo davanti si ripeterà il classico “mescolone” di virus respiratori che da tempo viene rilevato dai sistemi di sorveglianza, “con anche una rilevanza del virus respiratorio sinciziale Rsv e del Covid”. Molto, evidenzia il virologo, dipenderà comunque “anche dal meteo, da quanto e per quanto a lungo il freddo sarà intenso"

 

Per approfondire: Influenza 2025, il virus che circola in Australia preoccupa l'Italia. Rezza: "Vaccinatevi"

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Troppo bassa la percentuale di over 65 vaccinati contro influenza

I dati disponibili sull'impatto dell'influenza (oltre 600 ricoveri in terapia lo scorso anno), dice sempre Pregliasco, sono però soltanto la “punta dell'iceberg”, perché “non sempre l'infezione viene riscontrata e quindi riconosciuta come elemento determinante o meno del ricovero ospedaliero". Ecco quindi il richiamo all’importanza della vaccinazione, tenendo conto che negli ultimi tempi si è registrata una tendenza a vaccinarsi minore di quanto sarebbe consigliato, specie tra gli over 65, che lo scorso anno risultavano coperti soltanto al 52,5%. Il target indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità è di almeno il 75%

Massimo Andreoni: “Dobbiamo far capire l’importanza dei vaccini”

L’influenza, come detto, è però soltanto una delle varie componenti virali del periodo invernali. Nemmeno le vaccinazioni per gli altri pericoli sembrano convincere la popolazione. “Abbiamo avuto un calo di vaccinazioni ancora più spiccato per il Covid (al 4,5% tra gli over-60) e non siamo ancora riusciti ad avviare la vaccinazione per il virus respiratorio sinciziale. Tutto questo fa pagare all'Italia uno scotto molto rilevante in termini di mortalità in eccesso nel periodo di maggiore circolazione dei virus influenzali. Evidentemente dobbiamo, sia come classe medica che a livello di media ma anche a livello delle istituzioni, riavviare un dialogo per far comprendere quanto sia importante per la popolazione, e soprattutto per i soggetti più anziani e più fragili, vaccinarsi per prevenire queste malattie", riflette Massimo Andreoni

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In Italia ogni cittadino si ammala in media 2 volte all’anno

L’Italia è tra l’altro uno dei Paesi europei che risultano più colpiti da influenze e altri virus simili, come messo in luce durante l’incontro Infezioni Respiratorie, impatti sull'Healthy Ageing e costi del Ssn organizzato da The European House – Ambrosetti. Ogni anno nel Bel Paese si contano più di 188mila casi di infezioni respiratorie ogni 100mila abitanti all'anno, con picchi nei bambini e negli over-50, dato superiore alla media del Continente. Ogni cittadino si ammala in media quasi due volte l'anno

Mortalità in crescita

I dati mostrano anche come la mortalità sia in forte crescita: tra il 2012 e il 2019 è aumentata del 57,8%, tralasciando il boom della pandemia di +560%. Nel 2022, il 9,1% dei decessi era attribuibile a infezioni respiratorie, una quota più alta rispetto a Francia, Germania e Spagna

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Il costo della stagione influenzale è di circa 7,5 miliardi di euro

Tutto ciò ha un costo non indifferente per le casse pubbliche. “Le infezioni respiratorie si caratterizzano per un elevato burden economico. Abbiamo stimato un costo annuale delle infezioni respiratorie diretto e indiretto per l'economia nazionale pari a circa 7,5 miliardi di euro. Questi costi sono comprensivi dell'utilizzo di risorse sanitarie (ricoveri ospedalieri, accessi ambulatoriali, farmaci e diagnostica), della perdita di produttività (degli individui e dei caregiver) e del valore economico degli anni di vita persi per la mortalità causata da queste patologie", spiega Rossana Bubbico, Senior Consultant di The European House Ambrosetti

 

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