Chikungunya, Dengue e West Nile, crescono casi in Veneto: come difendersi dalle zanzare
Salute e BenessereIntroduzione
Crescono i contagi autoctoni da virus trasmessi dalle zanzare, un fenomeno favorito dai cambiamenti climatici, dai viaggi intercontinentali e dalla circolazione globale delle merci. Arbovirosi come Chikungunya, Dengue e West Nile, un tempo confinate in Asia, Africa e Sudamerica, oggi si registrano sempre più spesso anche nel nostro Paese. In Veneto l’attenzione è rivolta in particolare ai casi di Chikungunya. Nel Veronese i contagi aumentano di giorno in giorno: il virus, trasmesso all’uomo dalla zanzara tigre, ha già infettato 46 persone, tutte con trasmissione autoctona.
Quello che devi sapere
I casi in Veneto
Oltre ai casi di Chikungunya, come riporta il Corriere del Veneto, la Regione segnala inoltre 74 casi di West Nile (71 autoctoni), 23 di Dengue (22 autoctoni) e 57 di malattie trasmesse da zecca (42 autoctoni). “Sono patologie diverse, ognuna può destare preoccupazione ma non deve tradursi in allarmismo, non siamo di fronte a nuove pandemie”, ha chiarito il professor Federico Gobbi, direttore scientifico dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e primario del Dipartimento di Malattie infettive. “Come è avvenuto per il Covid, dovremo convivere con le arbovirosi, sulle quali medici di famiglia e di Pronto Soccorso sono chiamati ad aumentare le conoscenze. Per riconoscerne subito i sintomi, inizialmente simili a quelli influenzali, e indurre nella popolazione più consapevolezza e autotutela”

Prevenzione e comportamenti da adottare
Oltre alle disinfestazioni organizzate dai Comuni e alle 57 trappole posizionate dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per monitorare i virus, la prevenzione dipende anche dai cittadini. “Se si accusa febbre alta senza sindrome respiratoria bisogna rivolgersi subito al proprio medico o a una struttura sanitaria per la diagnosi precoce”, ha riferito il professor Gobbi. In particolare, se si tratta di West Nile “non serve isolarsi, perché la zanzara Culex anche se attacca un soggetto già malato non si infetta e quindi non lo veicola ad altri esseri umani. Prende il virus solo dagli uccelli selvatici”. Se, invece, si risulta positivi al Chikungunya bisogna “isolarsi per almeno cinque giorni, altrimenti si rischia di essere punti nuovamente dalla zanzara tigre, che invece si infetta e veicola l’infezione ad altri esseri umani”. “I contagi potranno essere circoscritti quando la popolazione seguirà questo iter, eliminerà i contenitori con acqua stagnante dai propri giardini e balconi, disinfesterà gli spazi verdi di proprietà e si proteggerà con zampironi, zanzariere e repellenti, stando attenta alla percentuale di prodotto. Con il 5% la copertura dura fra 30 e 60 minuti, con il 20% qualche ora e con il 50% arriva a 7-8 ore”. È inoltre consigliato indossare abiti lunghi e chiari
I sintomi del West Nile e i rischi
Da luglio i casi di West Nile in Italia sono aumentati da 10 a 582, con 39 decessi, secondo l’ultimo bollettino aggiornato dell'Istituto Superiore di Sanità. La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive confermate e finora segnalate, è pari al 15% (nel 2018 era al 20%, nel 2024 al 14%). “Nella forma neuroinvasiva, che di solito si manifesta in soggetti fragili come anziani e immunodepressi, provoca una meningo-encefalite fatale nel 15%-20% dei casi", ha spiegato l'esperto. Ma la maggioranza degli infetti è asintomatica, mentre una piccola percentuale accusa febbre, cefalea, dolori articolari, nausea, stanchezza, rash cutaneo. Il vaccino esiste solo per i cavalli, non c’è nemmeno un farmaco specifico, ma questa malattia acuta virale richiede un intervento tempestivo”

Chikungunya e Dengue: i sintomi
Chikungunya e Dengue invece, “non sono ancora endemiche in Italia, grossi focolai si rilevano nel Sud della Francia, in Cina, Africa e Asia”.
Sempre secondo l’ultimo bollettino aggiornato dell'Istituto Superiore di Sanità, dall'1 gennaio al 9 settembre 2025 risultano 208 casi confermati di Chikungunya in Italia: 41 casi associati a viaggi all'estero e 167 casi autoctoni. Sono invece 134 i casi confermati di Dengue: 130 casi associati a viaggi all'estero e 4 casi autoctoni. La Dengue, trasmessa dalla specie Aedes Aegypti e in parte minore dalla zanzara tigre, “causa cefalea intensa, dolori articolari, disturbi gastrointestinali, rash generalizzato, ma la forma emorragica è più rara”. Chikungunya, invece, comporta “febbre elevata, mialgia, artralgia, nausea, vomito e rash cutaneo, però la meningo-encefalite è rara e la mortalità bassa. Il vaccino contro la Dengue è riservato a chi viaggia nei Paesi ad alto rischio, quello per Chikungunya non è ancora disponibile”