Candida auris, il fungo farmacoresistente che preoccupa l’Europa: cos’è e come trattarlo
Salute e BenessereIntroduzione
Continua la preoccupazione in Europa per Candidozyma auris (conosciuto anche come Candida auris), un fungo spesso resistente ai farmaci antifungini che si sta diffondendo in alcune strutture sanitarie. Si trova sulle superfici e sulle apparecchiature usate in ambito medico e rischia di provocare infezioni nei pazienti malati in modo grave. L’ultima indagine del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha messo in luce che in dieci anni sono stati segnalati oltre 4.000 casi nell’Unione europea e nei Paesi limitrofi, con un picco di 1.346 infezioni soltanto nel 2023
Quello che devi sapere
“Si è diffuso in pochi anni. Diagnosi precoce importante”
Il fungo, ha spiegato il dottor Diamantis Plachouras, responsabile della sezione Resistenza antimicrobica e infezioni associate all'assistenza sanitaria dell'Ecdc, “si è diffuso in pochi anni, passando da casi isolati a una diffusione capillare in alcuni paesi. Ciò dimostra la rapidità con cui può insediarsi negli ospedali”. Ha poi proseguito: “La diagnosi precoce e un controllo rapido e coordinato delle infezioni possono ancora impedire un'ulteriore trasmissione”
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Italia fra i Paesi europei più colpiti
L’Ecdc spiega che recenti focolai sono stati segnalati a Cipro, in Francia e in Germania, mentre Grecia, Italia, Romania e Spagna hanno indicato di non essere più in grado di distinguere focolai specifici a causa della diffusione capillare a livello regionale o nazionale. L’Italia, in particolare, risulta terza per numero di segnalazioni. In molti di questi paesi, la trasmissione locale sostenuta si è verificata solo pochi anni dopo il primo caso documentato, evidenziando l'importanza cruciale di interventi tempestivi per arrestarne la diffusione
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Solo 17 Paesi su 36 hanno un sistema specifico di sorveglianza
Sebbene alcuni paesi abbiano ottenuto risultati positivi nel limitare i focolai di C. auris, molti altri, prosegue l’istituto, devono affrontare lacune significative. Solo 17 dei 36 Paesi partecipanti all’indagine dispongono attualmente di un sistema nazionale di sorveglianza specifico per questo fungo. Solo 15 paesi hanno sviluppato linee guida nazionali specifiche per la prevenzione e il controllo delle infezioni. La capacità dei laboratori è relativamente più forte, con 29 paesi che segnalano l'accesso a un laboratorio di riferimento o esperto in micologia e 23 che offrono test di riferimento per gli ospedali. Ecdc specifica che la reale portata del problema potrebbe essere sottostimata
Come si trasmette
La C. auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminati o il contatto tra persone colonizzate o infette
Chi è più a rischio
Come sottolinea l’Istituto superiore di sanità, sono più a rischio di contrarre un’infezione da Candida auris i pazienti che:
- hanno problemi di salute preesistenti
- sono ospedalizzati o si trovano in case di cura
- necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia, ecc). Si raccomanda la stretta aderenza alle norme igieniche per l’inserimento e il mantenimento dei cateteri e la cura meticolosa dei siti di tracheotomia. Inoltre, è opportuno valutare continuamente la necessità dei dispositivi invasivi e rimuoverli tempestivamente quando non siano più indispensabili
- hanno un sistema immunitario indebolito
I sintomi
I quadri clinici più frequentemente riscontrati nelle infezioni da C. auris sono: infezioni del torrente ematico (cioè del circolo ematico), infezioni intra-addominali, infezioni di ferite, otiti. Va però precisato che i segni e sintomi dell’infezione da C. auris variano in base al sito corporeo interessato, e che i sintomi potrebbero non essere evidenti in quanto i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi
Come diagnosticarlo
Come altre infezioni da Candida, quelle da C. auris vengono diagnosticate mediante coltura del sangue o di altri fluidi corporei. Tuttavia nei test di laboratorio C. auris può essere confusa con altre specie di Candida (in particolare Candida haemulonii), per cui sono necessari particolari test di laboratorio per la corretta identificazione. Nel momento in cui viene riscontrato un profilo di resistenza particolare di Candida si può sospettare la specie auris, ma per la conferma è necessario rivolgersi ad un laboratorio di riferimento
Come trattarlo
La maggior parte delle infezioni da C. auris sono trattabili con una classe di antimicotici, le echinocandine. Alcune infezioni risultano particolarmente difficili da trattare a causa della multi-resistenza a diversi agenti antifungini, inclusi fluconazolo (e altri azoli), amfotericina B e echinocandine. Questo comporta una terapia con più farmaci e a dosi più elevate
E come prevenirlo
Si raccomanda di tracciare i contatti stretti di un caso in modo tale da identificare il prima possibile altri soggetti positivi a C. auris. I pazienti potenzialmente o già colonizzati o infettati devono essere ricoverati in stanza singola e tutti i visitatori e il personale di assistenza devono osservare la corretta igiene delle mani (con acqua e sapone o soluzione idroalcolica o clorexidina), indossare camice e guanti monouso, assicurare la decontaminazione delle apparecchiature e dei dispositivi utilizzati da altri pazienti. È importante effettuare uno screening specifico per C. auris, oltre che per i batteri MDR (multiresistenti), nei pazienti con una storia di ricovero in regioni ad elevata prevalenza di C. auris
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