Due casi di scabbia all'ospedale di Settimo Torinese: reparto in quarantena
Salute e BenessereAll’ospedale di Settimo Torinese sono stati confermati due casi di scabbia: uno riguarda un’operatrice socio-sanitaria, l’altro una paziente anziana. Per precauzione è stato isolato l’intero reparto Cavs, che ospita ottanta pazienti fragili. Tutti sono stati sottoposti a profilassi e gli ambienti della struttura sono stati sanificati
Un intero reparto dell’ospedale di Settimo Torinese è finito in quarantena dopo la conferma di due casi di scabbia. L’infezione sarebbe partita da un’operatrice socio-sanitaria, attualmente a casa in malattia e già sottoposta a profilassi, e si sarebbe trasmessa a una paziente anziana. Le analisi dermatologiche dell’équipe del San Lazzaro di Torino hanno certificato i contagi, portando alla decisione di mettere in quarantena l’intero reparto Cavs, dove sono ricoverati ottanta pazienti fragili.
Reparto Cavs in quarantena
“Ci siamo subito attivati per la profilassi di tutto il personale e dei pazienti e abbiamo disposto la sanificazione completa degli ambienti, così da ridurre al minimo ogni rischio di ulteriori contagi”, ha precisato, come riporta La Stampa, Giuseppe Gulino, direttore sanitario dell’ospedale. Per limitare la diffusione del parassita, i pazienti sono stati sottoposti a un trattamento mirato che prevede una doccia con soluzione antiparassitaria da ripetere una volta alla settimana. Agli operatori è stata invece prescritta una crema a base di permetrina, mentre gli spazi della struttura sono stati sanificati.
Scabbia: come si trasmette
La scabbia è un’infezione cutanea provocata dal Sarcoptes scabiei, un microscopico acaro a 8 zampe che scava cunicoli appena sotto alla pelle, all’interno dei quali le femmine depositano le uova. La reazione locale scatenata dai parassiti, dalle loro uova e dai loro residui provoca un prurito intenso che tende a peggiorare durante la notte. La malattia si trasmette soprattutto per contatto diretto con persone infette o attraverso indumenti e biancheria contaminati. Come sottolineato sul portale del polo ospedaliero Humanitas, si tratta di un disturbo contagioso che può diffondersi in modo molto rapido, ma che può essere risolto altrettanto rapidamente.