Morbillo, una minaccia non solo per gli Usa. Il rischio in Europa

Prosegue l’epidemia di morbillo negli Usa, dove i casi da inizio anno sono 800 e le morti accertate 2, più una in attesa di attribuzione da parte delle autorità sanitarie. Ma il problema è tutt’altro che confinato negli Stati Uniti. Anche in Europa i dati sono preoccupanti - e in termini assoluti sono molto superiori di quelli americani - con la Romania, ma anche Belgio, Austria e Italia che registrano un significativo aumento dei casi. Insomma, il morbillo è tornato drammaticamente alla ribalta e potrebbe non essere così semplice debellarlo. Texas, Kennedy e la vitamina A Uno degli effetti della pandemia di Covid-19, forse poco considerato, è che ha reso difficile parlare di situazione sanitarie preoccupanti. Abituati a leggere, nei giorni peggiori del 2020 e del 2021, di decine di migliaia di contagi e di centinaia di vittime al giorno solo in Italia, parlare di una epidemia che in più di cento giorni ha causato 800 infetti e 2 o 3 morti può sembrare una cosa di poco conto e non destare particolare attenzione. Invece i focolai Usa, concentrati principalmente in Texas, devono allarmare chi si occupa di sanità pubblica. Anche perché all’inizio del XXI secolo negli Usa il morbillo era stato eradicato, non si erano cioè verificati casi per almeno 12 mesi consecutivi, se non infetti ‘importati’ e cioè i viaggiatori stranieri di passaggio. Tutto grazie alla copertura vaccinale che aveva raggiunto la fatidica percentuale del 95 per cento in molti Stati federali. E purtroppo a complicare la situazione e confondere le idee ai texani c’è l’atteggiamento ancora ondivago e ambiguo di Robert Kennedy, il Segretario alla Salute Usa. Eletto dopo una campagna elettorale basata sulle sue note posizioni scettiche rispetto alla vaccinazioni, Kennedy di fronte ai casi in aumento e ai primi morti in Texas ha dovuto riconoscere che solo il vaccino è la soluzione per fermare l’epidemia, ma ha anche continuato a consigliare l’assunzione di vitamina A. Un rimedio che se ha qualche effetto nel mitigare le conseguenze del morbillo una volta contratto, non ne ha alcuna in termini di prevenzione. Non solo, l’assunzione di vitamina A in eccesso comporta complicazioni per la salute. Nei primi cento giorni del 2025 negli Usa si sono verificati più casi che negli anni completi a partire dal 2000, con l'unica eccezione del 2019 in cui i casi a fine anno furono 1.274. Ma, appunto, in tutto l’anno, non in tre mesi e mezzo. Il 96 per cento dei contagi del 2025 è avvenuto in soggetti senza alcun tipo di copertura vaccinale e 85 di loro hanno avuto bisogno di cure ospedaliere. Per la maggior parte dei casi si tratta di minori, il 31 per cento dei contagi ha interessato bambini sotto i 5 anni, mentre il 38 per cento quelli tra i 5 e i 19 anni. Europa, record nel 2024 I numeri europei, benché non abbiano attirato la stessa attenzione mediatica del Texas, sono ben peggiori. I dati dello European Center for Disease Prevention and Control Nei primi due mesi dell’anno sono stati registrati quasi duemila contagi, e il 2024 è stato uno degli anni peggiori con più di 28mila casi. Le vittime sono state in tutto 14 lo scorso anno. La diffusione del morbillo in Europa è da attribuire soprattutto a un Paese, dove si concentra la maggior parte dei contagi. Dei 28 mila casi europei del 2024, 24 mila sono avvenuti in Romania. La spiegazione del caso rumeno è molto semplice: la copertura vaccinale raggiunge a fatica il 62 per cento della popolazione, molto lontano dal 95 richiesto per l’immunità di gregge. Una percentuale diminuita drasticamente negli ultimi anni, dato che nel 2019 era del 76 per cento. Il secondo Paese europeo per numero assoluto di casi è l’italia, con poco più di mille infettati nel 2024. Anche da noi si è assistito a un calo della copertura vaccinale negli ultimi 5 anni, che è passato dall’88 per cento di vaccinati con doppia dose nel 2019 all’85 per cento nel 2024. E il rapporto copertura vaccinale/numero di contagi è valido per tutti gli altri Paesi europei. Il Belgio, ad esempio, ha quasi gli stessi infetti della Germania, pur avendo un ottavo della popolazione tedesca. Ma in Germania il 93 per cento della popolazione ha ricevuto le due dosi di vaccino , mentre nei dintorni di Brussels solo l’82 per cento ha completato la copertura vaccinale. Italia, solo 4 regioni senza morbillo Come recita il bollettino diramato mensilmente dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si osserva un periodo di bassa incidenza fino ad agosto 2023 e un successivo aumento graduale del numero di casi segnalati, fino al picco di 181 casi nell’aprile 2024. Il numero di segnalazioni è poi diminuito nei mesi successivi fino a 35 casi segnalati nel mese di ottobre 2024. Ma dal mese di novembre 2024 si osserva un nuovo aumento con un picco di 82 casi segnalati nel mese di marzo 2025. Nell’ultimo anno solo in quattro regioni italiane non sono stati registrati contagi: Piemonte, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise. In Liguria, invece, la più alta percentuale di casi rispetto alla popolazione. I dati sulla copertura vaccinale nazionale mostrano che nessuna regione ha una copertura vaccinale di almeno il 95% sia per la prima che per la seconda dose. Per raggiungere l’obiettivo di eliminazione, raccomanda l’ISS “è necessario migliorare la copertura dei programmi di immunizzazione pediatrica di routine, oltre a colmare i gap di immunità negli adolescenti e negli adulti che in passato hanno perso l’opportunità di vaccinarsi”. Perché ci si preoccupa così tanto Quattordici morti in un anno in Europa, due o tre nei primi mesi negli Usa, qualche complicazione anche grave ma contenuta numericamente. Allora, perché tanta preoccupazione? Perché nella maggior parte dei casi sono i bambini più piccoli a subirne le conseguenze peggiori, dato che fino al compimento del primo anno di età è impossibile vaccinarsi. E soprattutto perché sono tutte, o quasi tutte, morti, complicazioni e malattie evitabili. Basta avere la copertura vaccinale completa e l’epidemia non corre il rischio di estendersi. Il calo di vaccini fatto registrare in molti Paesi negli ultimi cinque anni, invece, non lascia dormire sonni tranquilli.

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