West Nile Virus, due casi confermati nell’uomo in Italia da maggio

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Come riporta l’ultimo bollettino a cura dell’Istituto superiore di sanità, un caso si è manifestato nella forma neuro-invasiva in Emilia-Romagna e un caso importato di febbre è stato segnalato in Lombardia

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Con la bella stagione torna l'allerta per la prevenzione delle malattie infettive trasmesse tramite puntura di zanzara. Tra queste c’è l’infezione da West Nile Virus, meglio conosciuta come febbre del Nilo occidentale. In base all’ultimo bollettino a cura dell’Istituto superiore di sanità, in Italia, i casi confermati nell’uomo dall’inizio di maggio 2024 al 3 luglio sono due. Nello specifico, un caso si è manifestato nella forma neuro-invasiva in Emilia-Romagna e un caso importato di febbre è stato segnalato in Lombardia. Nessun decesso è stato notificato tra i casi confermati e nessun nuovo caso umano è stato segnalato nella settimana dal 27 giugno al 3 luglio.

West Nile Virus: la circolazione in Italia  

Come riferito nell’ultimo report nazionale, la sorveglianza veterinaria attuata su
cavalli, zanzare e uccelli ha confermato la circolazione del West Nile Virus (Lineage 2) in pool di zanzare in Abruzzo (Provincia di Chieti). Ma, sono in corso di conferma positività anche in Emilia Romagna nelle province di Parma, Modena e Ferrara. “Salgono così a cinque le province con dimostrata circolazione di WNV, appartenenti a 2 Regioni: Emilia-Romagna e Abruzzo”, precisa l’Iss.

Prevenzione con test sui donatori di sangue  

In diverse province italiane sono state disposte misure di prevenzione per contrastare il rischio di trasmissione del virus West Nile tramite trasfusione. Il Centro nazione sangue raccomanda di effettuare il test (Wnt Nat), come alternativa alla sospensione di 28 giorni dalla donazione, ai donatori che hanno trascorso anche solo una notte in una delle aree che diventano oggetto delle misure di contenimento. In Italia le province attualmente interessate dalle misure di prevenzione sono le seguenti: Bologna, Chieti, Ferrara, Mantova, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rovigo.

 

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Cos’è la febbre West Nile

La febbre West Nile è una malattia provocata dal virus West Nile, presente in Italia dal 2008. I serbatoi del virus, come spiegato in un approfondimento su Epicentro a cura dell’Istituto superiore di sanità, sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. È importante, inoltre, sottolineare che la febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.

Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può estendersi fino a 21 giorni nei soggetti con un sistema immunitario compromesso. La maggior parte delle persone infette non manifesta alcun sintomo; mentre tra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Come sottolineato dall’Iss, questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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