Locatelli a Sky TG24: "Servizio sanitario nazionale è un patrimonio, un dovere tutelarlo"

Salute e Benessere

Il presidente del Consiglio superiore di sanità illustra le ragioni dietro l'appello presentato da 14 scienziati. "È nostro dovere consegnare un bene comune integro nella sue efficienza alle future generazioni". E aggiunge: "Necessario investire in sanità per ridurre le disuguaglianze territoriali"

 

 

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 "Abbiamo deciso di diffondere questo appello, con altri 13 colleghi, per sensibilizzare tutti, e non solo la politica, sul tema della tutela del Servizio sanitario nazionale". A dirlo, ospite di SkyTG24, è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, tra i firmatari dell'appello per la sanità pubblica lanciato da 14 scienziati. "Il nostro Sistema sanitario", ha spiegato Locatelli,  "seppur con evidenti segnali di crisi, è un patrimonio di questo Paese, che compirà 50 anni nel 2028.  Noi tutti abbiamo il dovere morale di tutelarlo per consegnarlo integro nella sue efficienza alle future generazioni". Per questo, ha aggiunto "ogni cittadino deve contribuire a "garantire la sostenibilità di questo bene comune attraverso il pagamento delle tasse". 

"Maggior incremento di vita tra i Paesi ad alto reddito"

"Disponiamo di un patrimonio preziosissimo che rappresenta il Paese", ha sottolineato ancora Locatelli. "Dalla sua fondazione al 2019, la nostra sanità ha contribuito a produrre il maggiore incremento dell'aspettativa di vita tra i Paesi a più alto reddito: siamo passati da 73,8 a 83,6 anni". Per non disperdere questi progressi, di fronte a una "medicina che è sempre più complessa", è "fondamentale che il numero di medici e infermieri sia adeguato alle necessità. Oggi abbiamo una chiara carenza di personale infermieristico ed è urgente provvedere", mentre "per la parte medica a soffrire di più sono i pronto soccorso e altre specialità come anatomia patologica e microbiologia. L'emergenza-urgenza è una specialità usurante, le altre due non sono attrattive anche perché non assicurano prospettiva di libera professione. L'iscrizione di giovani medici a queste specialità dovrebbe essere incentivata".

"Abbiamo il dovere di investire per ridurre le disuguaglianze"

Un'altra criticità è legata ai fondi. "Abbiamo il dovere di investire in sanità", ha spiegato il professor Locatelli, "di fronte alle fin troppo marcate disugualianze territoriali con cui siamo chiamati a fare i conti". Proprio perché oggi "la medicina è sempre più evoluta dal punto di vista tecnologico" - ha analizzato il numero uno del Css - "richiede molte risorse". Che però "vanno spese in modo appropriato" - ha precisato - "ad esempio per quanto riguarda gli esami diagnostici". Perché se "è vero che certi medici prescrivono esami in eccesso per difendersi dal rischio di eventuali contenziosi, anche i pazienti non dovrebbero fare pressioni per ottenere certi esami, ma lasciarsi guidare dalla competenza". Infine "la prevenzione", che soprattutto in un contesto demografico in cui aumentano gli anziani "è fondamentale. Pensiamo soltanto alle malattie cardiovascolari e oncologiche". Eppure, ha fatto notare Locatelli, "gli investimenti sono appena il 5% della spesa complessiva e neanche tutte le risorse destinate alla prevenzione vengono spese".

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