Emicrania, uno studio rivela come predire un attacco

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20061107 - PONTEDERA (PISA ) - HTH - MEDICINA: ITALIANI SCOPRONO PORZIONE DNA CHE CAUSA EMICRANIA. In questa foto d'archivio del 7 novembre 2006, una donna si tocca la fronte con la mano mentre soffre di emicrania. Lungo il filo del Dna c'e' un frammento che potrebbe essere responsabile degli attacchi di emicrania, e della trasmissione della malattia di genitore in figlio. E questo frammento, un 'locus genico', e' una scoperta tutta italiana, ancora in via di pubblicazione ma che potrebbe rivoluzionare il modo di curare una patologia che solo in Italia colpisce da 6 a 8 milioni di persone. ANSA/FRANCO SILVI/DC

L’analisi, che ha coinvolto 477 persone di età compresa tra 7 e 84 anni, attraverso un'app mobile, ha chiesto ai partecipanti di valutare umore, energia, stress e mal di testa quattro volte al giorno per due settimane

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Un attacco di emicrania potrà essere predetto grazie all’uso di innovative applicazioni: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Neurology, la rivista medica dell'American Academy of Neurology, che ha esaminato diversi fattori per conoscere in modo più accurato quando si verificherà l’emicrania, utilizzando un’app per monitorare il sonno, l'energia, le emozioni e lo stress. Lo studio ha coinvolto 477 persone di età compresa tra 7 e 84 anni, comprese 291 donne. Attraverso un'app mobile, ai partecipanti è stato chiesto di valutare umore, energia, stress e mal di testa quattro volte al giorno per due settimane. Hanno anche valutato la qualità del loro sonno una volta al giorno e hanno indossato monitor del sonno e dell’attività fisica.

Lo studio

I dati hanno evidenziato che una scarsa qualità del sonno percepita e una qualità del sonno inferiore al normale la notte precedente sono infatti associate a un aumento del rischio di avere un attacco di emicrania la mattina successiva. Un livello di energia inferiore al normale il giorno precedente era altresì associato a mal di testa la mattina successiva, ma entrambi questi fattori non hanno portato ad un aumento del rischio di emicrania nel pomeriggio o nella sera. Gli unici predittori di un mal di testa pomeridiano o serale erano un aumento dei livelli di stress o un'energia superiore alla media il giorno prima.  Le analisi hanno rivelato che quasi la metà dei partecipanti aveva una storia di emicrania e il 59% ha avuto almeno un attacco di mal di testa mattutino durante lo studio. Le persone con una qualità del sonno percepita peggiore avevano in media una probabilità maggiore del 22% di avere un attacco di mal di testa la mattina successiva. Una diminuzione della qualità abituale del sonno auto-riferita è stata anche associata ad un aumento del 18% della probabilità di un attacco di mal di testa la mattina successiva. Allo stesso modo, una diminuzione del livello abituale di energia del giorno precedente era associata a una probabilità maggiore del 16% di mal di testa la mattina successiva. Al contrario, livelli medi di stress ed energia sostanzialmente più alti del solito il giorno prima erano associati ad un aumento del 17 per cento della probabilità di mal di testa nel pomeriggio o nella sera successivi. Dopo aver considerato il sonno, l'energia e lo stress, né l'umore ansioso né quello depresso sono risultati associati ad attacchi di mal di testa.

Le parole degli autori

"Questi diversi modelli di predittori del mal di testa mattutino e del giorno successivo evidenziano il ruolo dei ritmi circadiani nel mal di testa", ha detto l'autrice dello studio Kathleen R. Merikangas, PhD, del National Institute of Mental Health, parte del National Institutes of Health in Bethesda, Maryland. "I risultati potrebbero darci informazioni sui processi alla base dell'emicrania e aiutarci a migliorare il trattamento e la prevenzione". "Sorprendentemente, non abbiamo trovato alcun legame tra i sintomi di ansia e depressione di una persona e la probabilità di avere un attacco di emicrania il giorno successivo", ha detto ancora Merikangas. "La cosa forse più interessante è che il mal di testa era associato alla qualità del sonno auto-valutata piuttosto che alle misurazioni effettive dei modelli di sonno. Ciò evidenzia l'importanza degli stati fisici ed emotivi percepiti nelle cause alla base dell'emicrania". "Il nostro studio dimostra l'importanza del monitoraggio dei cambiamenti del sonno come fattore predittivo di attacchi di mal di testa", ha affermato uno degli autori, Tarannum M.Lateef del Children's National Health System di Washington, DC. "L'uso di app che monitorano il sonno e altri problemi di salute, gli stati comportamentali ed emotivi in tempo reale possono fornire informazioni preziose che possono aiutarci a gestire l'emicrania".

E' boom delle diagnosi di depressione che fanno impennare anche consumo di farmaci antidepressivi: sono triplicati i casi trattati in USA tra 1987-1997 e cosi l'uso di antidepressivi. Ma il mondo non Ë sempre pi˘ depresso, come tanti dati epidemiologici, spesso confusi, vogliono farlo apparire: molti di quei casi 'bollati' come depressione potrebbero in realt‡ essere non altro che condizioni momentanee di tristezza, pessimismo dovute a situazioni e/o all'indole individuale. Siamo di fronte a una "pandemia" fittizia di depressione, spiega lo psichiatra Paolo Cioni, responsabile di un servizio di salute mentale presso la ASL e docente alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria di Firenze in occasione del Convegno 'Ai confini della mente e oltre' oggi a Milano, dovuta soprattutto a criteri diagnostici ancora troppo vaghi che possono far rientrare in una diagnosi di depressione anche stati d'animo di per sÈ non patologici. Eppure, spiega Cioni, oggi potremmo avvalerci di metodi diagnostici pi˘ obiettivi, indici psicofisiologici per la validazione del quadro clinico di depressione come la presenza di profonde alterazioni della qualit‡ del sonno, rilevabili con un elettronecefalogramma (EEG). 
ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

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