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Make up e oncologia, i laboratori beauty per le donne malate di tumore

Salute e Benessere

Giulia Mengolini

La onlus La forza e il sorriso dal 2007 supporta le donne in terapia oncologica grazie a laboratori di make up e skincare gratuiti, per aiutarle a ritrovare l'autostima e rivedere allo specchio il proprio volto di prima attraverso l'aiuto di psicologhe e beauty coach. Un progetto che ricalca l'idea dirompente avuta da un medico statunitense nel 1987. Ne abbiamo seguito uno all'Humanitas di Milano

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Uno specchio e una trousse di trucchi. Una mattinata con donne che condividono un percorso di cure difficile, e che hanno voglia di provare nuance di ombretti e rossetti per sentirsi meglio e non pensare al tumore per qualche ora. “Quando affronti un percorso oncologico non c'è solo la malattia, ma anche tutto quello che comportano le cure come la chemioterapia o la radioterapia, che hanno un impatto anche sull’aspetto fisico”. Siamo all'Humanitas San Pio X di Milano, all'interno di un particolare laboratorio di make up e skincare: attorno a un tavolo sono sedute sei donne che chiacchierano tra di loro, ridono e si truccano con l'aiuto di beauty coach professioniste e di una psicologa. Non si conoscono, ma condividono lo stesso percorso: sono pazienti oncologiche, e le terapie che stanno affrontando per sconfiggere il tumore impattano anche sull'immagine che hanno di loro stesse, soprattutto sul loro viso. Francesca è una di loro: "Puoi perdere i capelli, perdere le ciglia, la tua pelle è diversa, diventa più sensibile", racconta alla fine del suo primo laboratorio di La forza e il sorriso.

Un progetto che ha coinvolto 20 mila pazienti oncologiche

Dal 2007 la onlus La forza e il sorriso organizza laboratori di bellezza in tutta Italia  dedicati a tutte le donne che affrontano il cancro, per aiutarle a ritrovare una buona dose di forza e autostima davanti allo specchio, quelle necessarie per affrontare al meglio le terapie. Un'iniziativa che negli anni ha coinvolto oltre 20 mila donne grazie all'aiuto di 500 volontari in 50 strutture, da Nord a Sud. Un'iniziativa che ovviamente non interferisce in alcun modo con le cure mediche, ma ha l’obiettivo di offrire informazioni, idee e consigli pratici per fronteggiare gli effetti secondari delle terapie. "Magari può sembrare non così importante, ma riuscire ad avere cura di sé anche attraverso il trucco davvero può fare la differenza per chi vive una situazione come la nostra", racconta Francesca. "Le terapie influiscono sulla femminilità delle pazienti e sull’immagine che hanno di se stesse. Nella caduta dei capelli, delle sopracciglia e delle ciglia, e poi cambiano la pelle e il colorito", spiega a Sky TG24 Valentina Errico, senologa di Humanitas.

La forza e il sorriso: "Vogliamo far sentire le donne più forti"

"I nostri laboratori hanno il compito di farle riconoscere di nuovo allo specchio. Io stessa come paziente oncologica capisco le loro difficoltà, la loro paura, le loro insicurezze", dice a Sky TG24 Anna Segatti, presidente de La forza e il sorriso. "Non vogliamo curare le persone, ma sappiamo che le donne dopo i nostri laboratori si sentono più sicure di sé e più forti. Il gradimento è altissimo, pari al 99.4%". I laboratori, ricorda Segatti, sono completamente gratuiti, e vengono coordinati da 500 volontari tra oncologi, psiconcologhe, infermiere e beauty coach in 50 enti in tutta Italia. L'età delle partecipanti è estremamente variabile: "Alcune sono giovanissime, non esiste un limite. Purtroppo il tumore non guarda in faccia all’età". La forza e il sorriso, spiega la presidente, è la prima onlus in Italia ad aver adottato il modello americano in Italia, aprendo i primi laboratori nel 2007. "Non vogliamo insegnare a truccarsi, vogliamo portare qualcosa a loro per volersi più bene. È stato dimostrato che vedersi più belle fa bene.", dice Adriana, una delle beauty coach.

L'idea (di successo) di un medico statunitense

La forza e il sorriso, patrocinata da Cosmetica Italia, è la versione italiana del programma internazionale Look Good Feel Better, attivo dal 1989. L’idea dei laboratori di bellezza per donne in trattamento oncologico è nata negli Stati Uniti nel 1987, quando un medico statunitense ha deciso di dare ascolto alla reazione di abbandono e sfiducia che una paziente aveva manifestato rispetto agli effetti collaterali dei trattamenti oncologici. Appellandosi al presidente del CTFA, oggi Personal Care Products Council Foundation – l’associazione di categoria statunitense dedicata al settore della cura della persona – ha ottenuto il supporto di un make-up artist che, spronando la donna alla cura e alla valorizzazione del proprio aspetto, ha stimolato in lei una nuova forza per affrontare la malattia. Il successo dell’esperimento ne ha portato la diffusione in tutti gli Stati Uniti e, successivamente, nel mondo. Dal 1989 a oggi Look Good Feel Better ha supportato oltre 2 milioni di persone in 27 Paesi, di cui 12 europei.

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Il 50% delle persone con tumore sviluppa un disagio psicologico

Humanitas San Pio X promuove un altro progetto nato sette anni fa da un’idea dei senologi dell'ospedale in collaborazione con la fotografa Luisa Morniroli e la scrittrice Cristina Barberis Negra: si chiama Sorrisi in Rosa e unisce oltre 100 donne da Rozzano a Catania: espressione del progetto sono un libro e una mostra fotografica che raccontano un modo “nuovo” di affrontare la malattia.
"È ampiamente dimostrato che anche l’approccio psicologico ed emotivo nella cura del tumore della mammella è sicuramente importante", spiega la senologa Errico. Infatti, secondo i dati dell'Associazione Italiana Oncologia Medica (Aiom), il 20% delle persone con tumore soffre di depressione, il 10% di ansia e +50% sviluppa disagio psicologico. Disturbi che possono impattare negativamente sull'adesione alle terapie mediche.

La prevenzione femminile? Inizia a 30 anni

Il tumore più diffuso non solo in ambito femminile, ma anche globale, è il tumore della mammella. "Si stima che ogni anno in Italia ci siano 60 mila nuove diagnosi e in relazione a questo è però importante sottolineare che la sopravvivenza oggi è quasi arrivata all’88% (dei casi) per cui è un ottimo risultato", spiega l'oncologa. La prevenzione, ricorda, è "l’unica arma che al momento abbiamo a disposizione per abbassare il numero di queste diagnosi così numerose". La prevenzione deve iniziare "intorno ai 30 anni con una visita senologica annuale ed eventualmente un’ecografia, sempre prescritta dal senologo. Dai 40 anni in su è importante iniziare con la mammografia, sempre ripetuta annualmente e sempre accompagnata dalla visita senologica".