Educazione sessuale a scuola, nascono i 'tutor fertilità': chi sono e cosa faranno

Salute e Benessere
Alcuni studenti fanno il loro ingresso al Liceo classico statale Mamiani per il primo giorno di scuola, Roma 12 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

Presentato il progetto di Formazione nelle scuole promosso da Siru che ha come obiettivo quello di formare i ragazzi in modo che diventino a loro volta fonte di informazioni per i loro conoscenti e amici

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I ragazzi delle scuole medie e superiori affidano sempre di più la loro educazione sessuale al web, tanto che per 1 su 2 Internet è la principale fonte di informazione, mentre per il 12% sono gli amici. Ma quasi la stessa percentuale di ragazzi e ragazze (48,8%) ritiene che dovrebbe occuparsene la scuola. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca promossa dalla Società Italia di Riproduzione Umana (SIRU) e presentati a Roma, in occasione del quinto congresso regionale della SIRU Lazio.

Il progetto formativo

Con l'occasione è stato rilanciato il progetto SIRU di Formazione nelle scuole che ha come obiettivo quello di formare i ragazzi in modo che diventino a loro volta dei veri e propri tutor, fonte di informazioni per i loro conoscenti e amici. L'obiettivo è "prevenire stili di vita ed abitudini correlabili all'insorgenza di patologie dell'apparato riproduttivo in età adolescenziale che poi, in età adulta, possono condurre a condizioni di ipofertilità o sterilità", spiega la ginecologa Maria Giuseppina Picconeri, membro del consiglio direttivo della SIRU. "Per quanto apparentemente più disinibiti, i ragazzi oggi sanno ben poco della loro sessualità e di quanto questa possa poi riflettersi sulla loro salute riproduttiva futura", prosegue. 

Una metodologia innovativa

"Gli studenti condividono le proprie conoscenze, esperienze ed abilità con i loro compagni - spiega Giovanni Ruvolo, specialista del Centro di Biologia della Riproduzione di Palermo - in modo che ogni studente, ha l'opportunità di insegnare ed imparare dagli altri, il che favorisce il pensiero critico, la collaborazione e la responsabilità personale. Questo approccio promuove la partecipazione attiva degli studenti che anziché essere riceventi passivi di informazioni, diventando punti di riferimento tra i pari". Non si tratta più di contrastare il passaparola tra i giovani, ma di renderne i suoi contenuti corretti, accurati e affidabili.

"L'obiettivo finale sarà quello di aver informato e sensibilizzato sui temi della salute riproduttiva gli studenti delle scuole coinvolte, oltre a quello di aver formato 'opinion leaders' che anche in contesti esterni dalla scuola (parrocchia, comitive, luoghi di ritrovo abituali) possano fornire informazioni nell'ambito della salute riproduttiva veritiere e sicure", specifica Pietro Salacone, coordinatore SIRU Lazio. 

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